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FERMOMAG 13

  • Editoriale – Marta Santacatterina
  • Elisabetta sul comò: i gadget della regina – Francesca Codeluppi
  • Auxiliary Territorial Service, Junior Commander – Andrea Di Betta
  • Il capo (piumato) d’Inghilterra – Petra Cason
  • Cinque curiosità sul tè delle cinque – Michela Alessandrini
  • God save the Queen, the fascist regime” – Luca Ferrari
  • La sovrana lettrice (e bibliofila) – Laura Dabbene
  • Credere all’incredibile: l’ultima impresa di Damien Hirst – Marta Santacatterina
  • Le parole mancanti. Colloquio con Laura Pariani – Sergio Sozi
  • I Magazzini del Sale, il museo mobile – Barbara Picci
  • Serie tv, la più bella è neozelandese – Lara Ferrari
  • Conrad Marca-Relli e il suo Espressionismo Astratto – Kate Larkin

Copertina di Banksy

Editoriale di Marta Santacatterina

Con stima e simpatia. Dopo lo Speciale Wonder Women uscito lo scorso marzo, come ci eravamo proposti nell’editoriale di quel numero, dedichiamo un consistente nucleo di questo nuovo magazine a Elisabetta II d’Inghilterra, regina popolarissima in patria e all’estero, regina che ha appena compiuto 91 anni, regina che non esita ancora di fronte a una situazione – eufemistico definirla difficile – del suo Paese, alle prese con la Brexit e con ripetuti atti di terrorismo che lo colpiscono con violenza.

Abbiamo deciso di rendere omaggio a questa sovrana nell’anno del suo Giubileo di Zaffiro che le ha permesso di conquistare anche il titolo di monarca più longeva sul trono. Proprio qualche giorno fa Elisabetta II ha pronunciato il suo Queen’s Speech di fronte alle camere riunite, House of Lords e House of Commons: per la prima volta si è presentata senza il Principe consorte – ricoverato in ospedale – e accompagnata da Carlo, Principe del Galles. Si è presentata senza la corona, con un copricapo lilla decorato con fiori in tinta, un soprabito dello stesso colore e un abito giallo a fiori abbinati. Non ci soffermiamo sull’aspetto del suo outfit per pura cronaca, ma perché in uno Speciale a lei dedicato non poteva mancare un’analisi dei copricapi della sovrana britannica che hanno sempre attirato l’attenzione dei media, della moda e, come leggerete nell’articolo, dei designer. L’affettuosa e rispettosa simpatia che ci suscita Elisabetta traspare con divertita ironia nelle parole – e ancor di più nelle immagini – di Francesca Codeluppi la quale, grazie a un’accurata ricerca degna di un detective, ha scovato il meglio dei gadget che vedono come protagonista la regina e che alimentano una buona fetta del commercio londinese destinato ai turisti (sarebbe interessante approfondire dall’interno l’argomento: gli inglesi sono appassionati agli oggetti “reali” tanto quanto noi, ingenui viaggiatori?).

Un salto indietro nella storia ci offre l’immagine della sovrana, non ancora incoronata, durante il suo servizio militare nella Seconda guerra mondiale: non le furono affidate grandi imprese – del resto era una ragazzina… – ma mise le regali mani dentro a dei motori dei camion militari per ripararli o, assisa non su un trono ma su un profano sedile, ebbe l’incarico di guidarli.

Lo Speciale si chiude con due grandi classici assolutamente british: il rito del tè delle cinque, indagato attraverso i servizi di tazze, teiere e accessori che celebrano anniversari e giubilei, e dall’altro lato la leggendaria canzone simbolo della contestazione del suo ruolo, del suo potere: God save the Queen dei Sex Pistols. Ma, a ben vedere, un altro articolo può essere collegato a tutti questi: ha fatto scalpore, e stupisce anche i più scettici, la nuova mostra di Damien Hirst allestita presso le due sedi di François Pinault a Venezia: lui, inglese 100%, ex “bad boy” dell’arte contemporanea, ha costruito un racconto che lascia letteralmente a bocca aperta. Chissà cosa ne penserebbe Elisabetta, se visitasse Palazzo Grassi e Punta della Dogana…

Altri articoli completano questo numero di Fermomag, ma di uno in particolare siamo decisamente orgogliosi: quello su Conrad Marca-Relli, artista americano, trapiantato a fine carriera in Italia e in particolare a Parma, che ha appassionato una giovane studentessa del Boston College durante i suoi studi condotti nella città emiliana. Un grazie sincero a Kate Larkin e alla Galleria d’Arte Niccoli di Parma per averci fornito la prima l’articolo, la seconda la storia e le immagini, di uno dei grandi artisti del Novecento.

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