di Salvo Taranto
Gianrico Carofiglio l’ha definita “la più bella libreria del cosmo quantistico” e non è affatto l’unico a pensarla così. A essersi innamorati di un luogo in cui atmosfere classiche e moderne si esaltano a vicenda sono stanti tanti altri autori, italiani e stranieri. La libreria Palazzo Roberti è dal 1998 un gioiello che suscita incanto in scrittori e lettori, una gemma incastonata nel centro storico di Bassano del Grappa. A gestirla è la famiglia Manfrotto, proprietaria del palazzo nobiliare del Settecento che la custodisce: un tesoro nel tesoro.
Ma dietro la nascita e il successo di questa libreria si cela una delle storie più incredibili dell’imprenditoria italiana degli anni Sessanta. Lino Manfrotto, all’epoca, era soltanto un fotografo di matrimoni e seguiva la cronaca nera per alcuni giornali locali. Stanco del fatto che le attrezzature a sua disposizione non fossero soddisfacenti, iniziò a fabbricarle autonomamente. Aprì un’officina e si mise all’opera realizzando articoli che conquistarono il gradimento degli addetti ai lavori: nel 1986 le sedi di produzione raggiunsero quota undici. Un’ascesa inarrestabile che portò la Manfrotto a diventare leader mondiale negli attrezzi per il cinema e la fotografia. Lino Manfrotto decise quindi, ormai ricco, di acquistare nel 1991 Palazzo Roberti immaginando che sarebbe stato il luogo in cui avrebbe vissuto insieme ai propri cari. E invece il destino aveva altro in serbo. Dal 1935 il prestigioso edificio ospitava infatti la più grande libreria della città (la Bassanese) e, come se non bastasse, il Ministero dei Beni Culturali aveva posto sul palazzo un vincolo in base al quale il primo piano avrebbe dovuto mantenere l’uso come libreria. A quel punto Lino Manfrotto decise che, se proprio non sarebbe potuto andarci a vivere, la libreria al suo interno sarebbe dovuta diventare la più bella del Veneto. Un obiettivo oggi ampiamente raggiunto grazie alla passione e alla competenza delle sue tre figlie. Lavinia, la più grande, si occupa del magazzino e del centro culturale, Lorenza della comunicazione, mentre a Veronica spettano gli ordini e la gestione del personale. Tre sorelle dalle grandissime capacità, come testimoniato anche da Corrado Augias: “Mi avevano detto: vai, è la più bella libreria d’Italia. Era vero. Ma non mi avevano detto delle libraie”.
Tre sono anche i piani che compongono questo spazio semplicemente magico. Due, il piano terra ed il mezzanino, destinati all’esposizione e alla vendita dei volumi, mentre un piano nobile ospita incontri, concerti, mostre. Il tutto impreziosito dai magnifici affreschi che decorano le pareti del salone. “Ritengo che il nostro – ha dichiarato la più giovane delle sorelle Manfrotto – sia uno dei più bei mestieri che esistano e poterlo fare a Palazzo Roberti è un’autentica fortuna”: come darle torto? Le sensazioni che colgono chi lo visita sono le stesse che incantano un lettore quando non vede l’ora di terminare il romanzo che lo incatena alle pagine e, al tempo stesso, vorrebbe non arrivare mai a leggerne l’ultima parola. Un infinito racchiuso dentro qualcosa di finito: come una storia dentro un libro, come tanti libri nella libreria più bella.
Copertina: la libreria Manfrotto di Palazzo Roberti, a Bassano del Grappa