di Cinzia Munari
Incontro per la prima volta Elena nella waiting-room di un ospedale di Milano, entrambe con la nostra valigia contenente pezzi di materiali di recupero. Eravamo state reclutate a far parte dei 100 designer per il progetto “Toyssimi – 100 designer + 100 bambini = 100 nuovi giochi”. Certo, lei è una designer, io una maker alle prime armi. Ed è qui che vedo per la prima volta i suoi mostriciattoli. Bellissimi!
L’amore per i mostriciattoli. Sono gioco/oggetti o oggetti?
Da sempre disegno mostriciattoli e personaggi immaginari: un giorno una mia amica mi ha regalato tantissimi tessuti di scarto e quasi per scherzo ho pensato di poter dare vita a quelle forme che fino a poco tempo prima restavano sui miei fogli di carta. Così, da lì a poco, è nata la linea di mostri NO WASTE!, divertenti e ironici gioco/oggetti che assumono espressioni di terrore davanti agli sprechi. Inoltre mi sono molto divertita nel creare attorno a ogni mostro una storia, e soprattutto un “potere magico”: ad esempio la tonsilla “Faust”, che è il leader assoluto del gruppo, infonde sicurezza, e tenendola vicino si acquista maggior fiducia in sé stessi. I mostri NO WASTE! sono in tutto e per tutto dei gioco/oggetto, nascono come un gioco, possono essere usati come un gioco, ma in realtà sono anche dei complementi d’arredo o ancora, quelli più grandi, dei cuscini o dei pouf.
Le linee dei tuoi lavori sono molto pulite, lisce…
Tendenzialmente sì, è un lavoro molto complesso, dalle prime idee che nascono con una matita e un foglio di carta attraversando, se vogliamo, un percorso di purificazione. Cerco sempre di ridurre al minimo decorazioni e ghirigori; questo non significa che nei miei progetti manchi l’aspetto decorativo, anzi, è assolutamente il contrario, quello che voglio dire è che cerco di controllarlo il più possibile. Credo che gli eccessi non giustificati spesso distorcano la percezione delle cose e ne confondino la lettura.
Curiosando nel tuo sito la prima cosa che salta all’occhio è il tuo particolare interesse verso l’ecosostenibilità…
Effettivamente penso che oggi sia impensabile progettare un qualsiasi oggetto senza tener conto di determinati aspetti. C’è anche da dire che il mio background è fatto di cartapesta e ceramica, materiali che adoro e con cui realizzo molti dei miei prototipi, quindi mi viene quasi naturale prediligere certi materiali rispetto ad altri. Sinceramente credo che i materiali debbano comunicare qualcosa, sia a livello visivo sia tattile e olfattivo: non c’è nulla di più bello di un legno chiaro profumato che faccia sentire sulle dita le venature dei suoi anni.
Se c’è una cosa che non sopporto sono gli sprechi e penso che ci sia ancora molto lavoro da fare per ridurli al minimo in fase di produzione e magari trovare metodi alternativi di riutilizzo di alcune materie.
Immagine di copertina: Elena Salmistraro, cover per vaso Origami, carta tessuto.