Nel 1971, quando le strade di New York ospitavano le prime espressioni di Street Art, un artista francese di nome Xavier Prou (Parigi, 1952) fu ospite della metropoli americana. Egli rimase talmente affascinato dalla nuova arte che se la portò a casa e, dopo circa dieci anni, contaminò prima Parigi e poi l’Europa, trasformandola in un fenomeno globale.
Blek le Rat, come si firma l’artista, non si limitò al graffitismo ma sperimentò introducendo lo stencil graffiti a grandezza naturale e trasformando questa disciplina in arte pittorica, tanto che viene ora considerato uno dei suoi pionieri, nonché fondatore della Urban Art. Egli rielaborò lo stile americano adattandolo sia all’architettura sia al contesto sociale della capitale francese: i suoi soggetti erano personaggi pop, opere iconiche derivanti dal passato e ratti, tantissimi ratti simbolo di libertà e della capacità dell’arte di essere invasiva e persuasiva. Il ratto per l’artista è “l’unico animale libero in città” e “diffonde la peste in tutto il mondo, proprio come l’arte di strada”. D’altronde Rat è l’anagramma di Art e non a caso parte del nome dell’artista.
Attraverso le invasioni dei temibili roditori, Blek Le Rat spargeva per Parigi arte e messaggi graffianti al sistema. La provocazione è, infatti, uno dei segni stilistici di questo artista che considera la Street Art un utile strumento di diffusione e condizionamento di idee. È proprio il concetto di propaganda il tema della recente personale di Bleck Le Rat presso la nuova sede milanese della Galleria Wunderkammern. Un concetto cardine della poetica di questo artista che dichiara di aver derivato la sua tecnica anche dagli stencil della propaganda fascista che vide, da giovane, a Padova. Inoltre, se è vero che l’arte è stata usata dalla propaganda, è anche vero che la propaganda è stata usata come tecnica nell’arte. Ne sono esempi le iconografie del Rinascimento, così come, più recentemente, il Futurismo, il Costruttivismo, la Pop Art e l’Urban Art con Blek Le Rat, appunto. Egli non è l’unico, anzi è stato seguito a ruota da tanti altri esponenti della Street Art come Banksy che dichiara di considerare l’artista francese come un antesignano della tecnica e delle tematiche che li accomunano. La differenza che li distingue è l’uso di poster da parte dell’artista francese che, dopo essere stato arrestato nel 1991 mentre replicava la Madonna con Bambino di Caravaggio, optò definitivamente per questa soluzione.
Dagli anni Ottanta a oggi, dunque, Blek le Rat si è battuto per la diffusione dell’arte perché arrivasse alla gente comune. Prima solo attraverso i muri, poi, a partire dal 2006, anche in galleria ma rimanendo sempre coerente con la sua estetica originaria e definendo uno stile che è rimasto costantemente attuale tanto da influenzare gli odierni movimenti di Graffiti Art e Guerrilla Art.
Copertina: Blek le Rat, Le Centaur, Chateau de Bagnac, 2003 © Sybille Prou