In un paese come la Cina le trasformazioni sociali, economiche e urbane si attuano attraverso un continuo processo di cambiamento. Nello stesso modo in cui le città medievali europee sono state trasformate e ampliate durante la rivoluzione industriale, molte città in Cina devono essere modificate per soddisfare le esigenze di una nuova popolazione con standard diversi. Il tessuto urbano delle città cinesi comprende grattacieli circondati da vaste aree vuote, blocchi di appartamenti affiancati a case tradizionali a corte, grandi centri commerciali vicino a baraccopoli. Ogni tipologia soddisfa esigenze diverse in una città dove lo stile di vita più antico è ancora compatibile con i nuovi e più strani standard importati dall’Europa o dall’America.
Nell’eterogeneo scenario urbano di Pechino, profondamente influenzato dalla recente crescita economica, c’è ancora un modello tradizionale dove i tessuti sociali convivono in armonia. Uno spazio fatto dalle persone per le persone: il cosidetto “hutong“. Gli hutong sono stradine nei quartieri antichi di Pechino, vicoli formati da file di tradizionali abitazioni a cortile, dette siheyuan. Originariamente costruite per una sola famiglia, molte siheyuan dopo il 1950 sono state convertite per ospitare diverse famiglie. La pratica di allargamento delle costruzioni è stata utilizzata fino a oggi per risolvere la mancanza di spazio vitale e i problemi di sovraffollamento.
City Visions è una mostra che presenta undici progetti realizzati dagli studenti di architettura nell’ambito di Hutopolis, un progetto di studio scientifico nato due anni fa a Pechino, ed esposti durante l’edizione 2012 della settimana del design di Pechino. La mostra raccoglie i risultati di un anno di ricerca, sperimentazione, eventi organizzati in Cina e in Europa dal programma di ricerca Hutopolis. Strategie, visioni e idee sono state preparate utilizzando Pechino come cases study. Concepiti come una rete di collaborazioni con una serie di proposte dalle diverse provenienze, i progetti esposti sono basati su quattro siti in aree sia storiche sia moderne della città.
I progetti immaginano soluzioni ai problemi provocati dal radicale sviluppo urbano in Asia: questo contesto, caratterizzato da un continuo processo di distruzione e costruzione, lascia senza risposta le domande sulla qualità della vita nei nuovi insediamenti e le questioni relative alla conservazione. Densità, verde, sociale e trasporti sono state le tematiche al centro dei progetti sviluppati insieme alle istituzioni europee e cinesi.
Hutopolis, un’iniziativa di Giannantonio Bongiorno e AQSO arquitectos office, insieme a Eugenia Murialdo e un nutrito team di ricercatori, studenti e architetti della Tsinghua University, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Genova, Università di Valladolid, Università di Valencia e con il sostegno di Strelka, è un programma di ricerca volto a indagare le nuove frontiere per lo sviluppo urbano in Cina.
Per saperne di più: Hutopolis, urban utopia in China