Marta Zabrzeska è nata in epoca comunista in un paesino di quattro gatti, sperduto nel mezzo di una regione vicino alle montagne del sud della Polonia. Un paesino piccolo ma con l’aria molto buona: ancora oggi i bambini arrivano da tutta la nazione per curarsi. Quasi autoditatta (ma diplomata al locale Liceo Nazionale delle Arti, il Państwowe Liceum Sztuk Plastycznych), l’artista non ha mai smesso di cercare forme di espressione figurativa.
In Italia da circa dieci anni, nella sua ultima produzione Marta si concentra su paesaggi e “stelle”. Nei paesaggi utilizza resina, carte e tessuti per ottenere un effetto tridimensionale; i colori sono rivisitati nel ricordo: nel riprodurre la giornata soleggiata di un’inverno della sua infanzia la neve e il fiume ghiacciato diventano verde e azzurro pallido, gli sfondi sono spenti ma caldi.
Le tenere Stelle sono realizzate utilizzando pizzi e centrini a uncinetto, resina, faccine disegnate a china, tutte uguali per una precisa scelta stilistica; il risultato è più vicino all’illustrazione che alla pittura. L’idea è nata dai tanti centrini trovati nei pacchetti regalo spediti a Marta dalla mamma, riutilizzati artisticamente con effetto poetico. Il fondo neutro esalta gli inserti all’uncinetto in modo da evitare ogni effetto barocco; i colori per le sfumature sono mixati direttamente dall’artista. In alcuni casi Marta utilizza libri salvati dal macero: per esempio enciclopedie, libri per bambini o libri in latino degli anni ’40, pagine ingiallite, di carta viva che col tempo cambia colore.
I suoi ispiratori: Stepan Zavrel – il suo illustratore preferito, Rothko, gli Impressionisti, Botticelli e Velasquez. E per le prossime produzioni Marta sta studiando… la preistoria.