Alla Fiera del libro dei Francoforte di quest’anno come sempre i più attesi erano loro: i cosplayer. Il Cosplay (costume-play) è una tradizione che deriva dal Giappone, nata negli anni Ottanta dopo il successo di serie televisive come Gundam e la diffusione sempre maggiore dei manga. In Europa il boom è avvenuto dopo l’arrivo del programma Dragon Ball che ha aperto le porte agli “anime” giapponesi.
Finalmente arriva il sabato tanto atteso: arrivano i cosplayer, ospitati all’interno del padiglione numero 3 dedicato ai comics ma liberi di aggirarsi per tutta la fiera, attirando gli sguardi curiosi e divertiti degli indaffarati operatori di settore.
Centinaia di cosplayer si aggirano per la Buchmesse, e nel pomeriggio si radunano principalmente nel cortile centrale. La prima cosa che si coglie da lontano sono i colori, poi si cerca di riconoscerne il personaggio, chi si traveste da Scrat, lo scoiattolo dell’era glaciale, chi da Pokemon, Minnie, GhostBuster o più semplicemente si aggira con una parrucca colorata e le calze a righe (tipo Pippi Calzelunghe)… l’importante è fare parte del gruppo e divertirsi.
Provo ad avvicinarne uno, con un non ben identificato costume da anime giapponese; gli chiedo da dove arriva, “dalla Germania, da Dusseldorf” mi risponde, si fermerà fino alla domenica poi tornerà a casa, si è data appuntamento qui via internet con altri ragazzi, per loro è un gioco, un modo per condividere interessi comuni e incontrare persone nuove.
Nuovi modi di comunicare, colorati e giovani alla Fiera del libro, che come sempre è fonte di ispirazione per chi la visita.