Diana Byčkova è un’artista ucraina, ha trentadue anni e vive a Milano. Crea libri d’arte, dove esprime il suo talento attraverso la grafica, l’illustrazione, l’incisione e la calligrafia. Una capacità che meriterà su FermoMag alcuni articoli dedicati ai suoi capolavori artigianali, stampati in tirature limitatissime, destinate ai collezionisti e agli estimatori dell’arte libraria.
Le edizioni dello Studio DS Art sono la sintesi di due culture: opere slave pubblicate in italiano e adattate al lettore italiano. La maggior parte delle edizioni è in versione bilingue: il testo in lingua originale è scritto a mano e poi riprodotto sulle pagine del libro, la traduzione è in caratteri tipografici, una soluzione visiva che emoziona il lettore attraverso il lettering e rende più profonda la percezione della cultura di un’altra nazione. I libri sono corredati da incisioni originali, preziose illustrazioni, commenti, un saggio teorico e una premessa.
Per questo numero abbiamo scelto Il Maestro e Margherita di Mikhail Bulgakov: capolavoro ultimato nel 1940 (ma pubblicato per la prima volta solo nel 1966 sul numero 11 della rivista “Moskva”; nel 1973 è uscito in edizione autonoma) compie settant’anni senza aver perso il proprio smalto. Diana ha interpretato il romanzo con 13 illustrazioni per le pagine doppie, 230 sfondi, piccoli disegni a china sparsi per tutto il libro. La copertina è cartonata con disegno a rilievo; le riproduzioni dei manoscritti dell’autore ornano i bordi del libro. Le illustrazioni sono state selezionate nel concorso annuale di grafica ed esposte presso l’Unione Nazionale degli Artisti Ucraini a Kiev.
Diana commenta così il proprio lavoro:
«Seguendo il concetto dell’autore, che ha collocato “un romanzo dentro al romanzo”, ho costruito due strutture parallele nelle illustrazioni. La principale, quella “portante”, è costituita da una serie di nature morte associative. Ogni capitolo ha destato in me sensazioni ed emozioni sulle quali ho intuitivamente “calcolato” gli oggetti, i loro componenti e le combinazioni, lo scorcio e l’intensità dell’illuminazione che erano all’ origine. La composizione non riflette il contenuto letterale del testo ma il suo significato simbolico.
Le nature morte all’intero della struttura generale del libro svolgono la funzione di organizzazione ritmica; appaiono nel posto giusto dettando il ritmo, mentre le 230 piccole aggiunte disegnate e disseminate per il testo assicurano una continuità di percezione. Il loro compito è quello di creare e mantenere l’ambiente, lo spirito del tempo per mezzo della rappresentazione di particolari di vita quotidiana, dell’architettura, delle strade, dei paesaggi, ecc.
Metaforicamente è come il battito del pendolo dell’orologio: si sente mentre l’ascoltiamo, basta distrarsi e si dimentica; non appena si interrompe una conversazione o una riflessione, la marcia dell’orologio torna a imprimersi nella coscienza. Il libro prende una sfumatura documentaria quando per le illustrazioni viene scelta la fotografia come tecnica.
Alcune idee, realizzate nelle illustrazioni, mi si sono presentate nell’ “appartamento cattivo”, proprio quello al N. 50 in via Sadovaj a Mosca, dove M. Bulgakov abitò per tanti anni e dove sono state ambientate le scene dei protagonisti del romanzo. Un ruolo importante nelle illustrazioni è dedicato ai manoscritti dell’autore, le cui riproduzioni ho ritrovato nell’archivio dei manoscritti della biblioteca Lenin a Mosca. A un certo punto i manoscritti sono diventati una parte inseparabile della veste grafica del libro».
Giovanna Bragadini