ARRIVA L’AUTUNNO
In autunno le giornate iniziano rapidamente a diventare più corte: in astronomia questo ha come effetto positivo l’avere maggiori ore notturne per osservare. I settori della Via Lattea visibili in questa stagione sono meno brillanti di quelli estivi ma pur sempre spettacolari nelle costellazioni della Lucertola, Cassiopea, Perseo e Cefeo. Di prima sera è ancora ben visibile l’importante costellazione di Ercole con l’ammasso globulare M-13. Con l’avanzare della stagione la costellazione di riferimento sarà il grande quadrato di Pegaso, facilmente identificabile a settembre guardando verso sudest.
Le quattro stelle del quadrilatero Markab (Alfa), Sheat (Beta), Algenib (Gamma) e Sirrah (Delta) sono di magnitudine compresa fra la 2 e la 3. Sulla traiettoria che unisce Sirrah con la stella Polare troveremo la stella Caph (Beta Cassiopeae) che ci permetterà di identificare immediatamente la costellazione di Cassiopea. Prolungando Gamma e Delta Cassiopeae verso sud troveremo la costellazione di Perseo. La Lucertola e Cefeo saranno visibili fra il Cigno e Cassiopea.
UNA STELLA DOPPIA AL MESE
Se osserviamo il cielo appena dopo il tramonto del sole potremo individuare ben alta in cielo la costellazione del Cigno, detta anche “grande croce del nord” per caratteristica forma a croce.Delle stelle principali, Deneb è l’alfa, la piu’ luminosa: rappresenta la coda del Cigno, mentre le due stelle sul lato più corto della croce sono la Epsilon e la Delta, che rappresentano la punta delle ali. Delta è anche una doppia stretta, quindi difficile da osservare, motivo per cui spesso si utilizza per verificare la qualità dei telescopi. Al centro della grande croce troviamo la stella Gamma e infine la Beta (Albireo), ovvero la testa del cigno, dalla parte opposta rispetto a Deneb. Albireo è sicuramente una delle più belle stelle doppie osservabili al telescopio: la principale ha un colore dorato mentre la compagna risplende d’azzurro creando un contrasto fra i più belli di tutto il cielo.
L’OGGETTO DEL MESE
L’ammasso globulare M-13 in Ercole, scoperto da Sir Edmund Halley nel 1714, è uno degli oggetti più belli e spettacolari visibili in questo periodo. Con i cieli limpidi e bui di un tempo era possibile individuarlo anche a occhio nudo, oggi invece occorre utilizzare almeno un piccolo binocolo, puntandolo tra le due stelle Eta e Zeta, poste sul lato più lungo del caratteristico quadrilatero di Ercole.
Un telescopio anche di soli 10-15 cm di apertura mostrerà qualcosa di non comune: M-13 infatti contiene almeno 100.000 stelle e risplende con una luminosità reale pari a 300.000 volte quella del nostro sole. Distante 23.000 anni luce dalla Terra, è uno dei corpi celesti più antichi della nostra galassia. Nel 1974 fu inviato in quella direzione un messaggio in sistema binario contenete informazioni sull’uomo, la Terra e l’intero sistema solare, tramite il gigantesco radiotelescopio di Arecibo.
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE DEL CIELO
GIOVE
Le osservazioni delle formazioni atmosferiche potranno essere fatte già con telescopi di soli 70mm di diametro se rifrattori e 100mm di diametro se riflettori. Potremo ottenere i risultati migliori con diametri un po’ più spinti, rispettivamente di 130 mm e 250 mm.
URANO
Per risolvere il piccolo dischetto azzurro occorrono telescopi di almeno 100mm se rifrattori apocromatici o 150mm se riflettori, sarà opportuno utilizzare ingrandimenti un po’ spinti, nell’ordine dei 200-400x.
NETTUNO
Per le osservazioni telescopiche sono da considerarsi gli stessi riferimenti forniti per Urano.
ALBIREO
Anche un telescopio non particolarmente potente come un rifrattore di soli 700 mm di diametro e a 90-100 ingrandimenti permetterà di vederle già ben separate e di percepire molto bene la differenza di colorazione tra le due stelle. Utilizzando strumenti via via più potenti con aperture di 100mm se a lenti e 200 mm se a specchio la visione sarà mozzafiato e in grado di rimanere impressa a lungo nei nostri occhi.