Il Convegno Internazionale sulle Società di Pace, promosso dall’Associazione Laima e realizzato con soli fondi privati, ha cercato nelle culture indigene matriarcali le risposte ai quesiti di un mondo travagliato, e si è interrogato su come applicanre alla vita quotidiana i principi egualitari. All’opposto del modello capitalistico, per popolazioni come Moso, KhoeSan, Minangkabau, la vita è organizzata in termini di dare e ricevere anziché di scambio mercantile, il bene della persona è posto al centro: il matriarcato ricerca l’armonia, non il conflitto.
La parola matriarcato, spiega Heide Goettner Abendroth, filosofa tedesca fondatrice dell’Accademia Hagia per i Moderni Studi Matriarcali, significa “all’Inizio (archè) erano le Madri”, e indica un’epoca d’ineguagliato equilibrio sociale e di polarità non ancora in opposizione ma in armonica relazione (femmina e maschio, umano e naturale…). Tutte le società matriarcali viventi analizzate dal team della studiosa presentano caratteristiche invidiabili: assenza di stupro e pedofilia, di violenza domestica e di guerra; sessualità libera, non vincolata da strutture di potere, assenza del concetto di fedeltà al partner. La spiritualità è immanente, connessa alla terra e non vincolata a istituzioni; l’economia è basata sul dono e sulla ridistribuzione equa dei beni.
I modelli matriarcali non sono applicabili in toto alle società occidentali ma sono fonte di preziosi insegnamenti: la pratica di una vera democrazia dal basso, in cui le risorse sono ridistribuite nella comunità anziché accumulate, e la bassa conflittualità, nascono principalmente da un’organizzazione in cui le donne “governano” attraverso un potere basato sull’autorevolezza, sulla discendenza femminile, sulla cura, e non sulla prevaricazione. Fondamentali sono le decisioni comuni, la condivisione, la possibilità di soddisfare i bisogni e l’interconnessione fra scienza, politica e spiritualità.
Per esempio presso i Moso, minoranza etnica matriarcale e matrilineare dello Yunnan, l’assenza di matrimonio e convivenza è un tratto del tutto originale. L’assenza di violenza e d’implicazioni strumentali nella relazione tra i sessi è frutto di un’organizzazione sociale dove il piano della famiglia – che richiede stabilità di affetti e di cure – e quello della relazione tra uomo e donna sono tenuti nettamente distinti.
Contro gli stereotipi, l’antropologia chiarisce che il matriarcato non è il contrario di patriarcato: la donna forte in senso maschile è una costruzione culturale, il futuro non è fatto di amazzoni ma di donne e uomini che si ascoltano e collaborano, dove la discriminazione di genere dev’essere eliminata a partire dall’educazione dei bambini.
Sempre secondo la filosofa Abendroth, queste società “in equilibrio” offrono un insegnamento straordinario soprattutto oggi, momento in cui la crisi sta mostrando la violenza insita nel sistema patriarcale; sono soprattutto i giovani a interessarsi a questi nuovi modelli di sviluppo riprendendone alcuni valori… talvolta senza rendersene conto.
Video: intervista con le rappresentanti Moso
Video: intervista alla Prof.ssa Abendroth
Informazioni: www.associazionelaima.it