Rami Haidar, distinto cittadino di Parma, è una figura particolare: medico specialista in Anestesia e Rianimazione, di origine libanese, vive in Italia dal 1977. È figlio di un poeta e scrive poesie in lingua italiana; in collaborazione con esperti linguisti sta traducendo nella nostra lingua le poesie del padre e sta progettando il suo primo libro, una raccolta di detti e proverbi siro-libanesi.
Cosa ti ha portato a scegliere i detti e i proverbi come tema del tuo libro?
Gli arabi hanno una reale predilezione per i proverbi come fonte di letteratura popolare, per questo da circa cinque anni mi sono dedicato alla raccolta di questo materiale. Come tutte le culture popolari alcuni riguardano la vita personale, la vita familiare, sociale, agricola e pastorale, commerciale, religiosa e intellettuale.
Una ricchezza culturale da scoprire dunque…
Il senso, il messaggio di un idioma, di un proverbio o di un modo di dire non viene dalla comprensione delle singole parole che lo compongono ma da una visione d’insieme che rimanda alla particolarità della cultura, abitudini e valori sociali di quella determinata società. La storia e le esperienze ereditate dalle generazioni passate, anche quando i valori attuali della società odierna hanno superato certe convinzioni, rimangono nel DNA sociale, e in qualche modo obbligano ciascuno di noi a superare uno a uno certi dogmi culturali. Inoltre lo stile particolare dei proverbi, la loro musicalità, hanno in sé una certa bellezza, una poesia che va oltre il significato preciso… il ricorso ai detti popolari permette di esprimersi in modo irriverente senza mancare di rispetto all’interlocutore, e in certe condizioni può stimolare qualcuno a prendere decisioni importanti riguardanti la propria vita.
In queste parole antiche vedi anche qualche messaggio per il presente?
I tratti caratteriali che emergono da questi detti riguardano le qualità intime della società e delle persone, onestà e scelleratezza, prudenza e avventatezza, saggezza e deficienza, verità e menzogna, ambizione e egoismo, ipocrisia e franchezza, modestia e orgoglio, attività e pigrizia, amor proprio e assenza di carattere, generosità e avarizia, coraggio e codardia, incostanza e testardaggine, collera e pazienza, esperienza e giudizio, fortuna e malasorte. Da questa “saggezza” popolare è facile ricavare una lezione per il presente, il messaggio è chiaro, se si bada all’essenziale buona parte dei problemi apparenti scompare.
Qualche esempio in anteprima?
“I topi si sono accordati sul pane del vicino” significa “è facile che i malvagi si accordino sul bene di qualcun altro”; “arrivano gli angeli e se ne vanno i diavoli” si dice quando qualcuno arriva mentre un altro si accinge ad andarsene. Molto attuale “Se non c’è il lievito il pane non cresce”, in genere riferito al commercio: se non c’è guadagno non può andare avanti.