Sergei Prokudin nasce nel 1863 e studia chimica con un certo Dmitrji Mendeleev (l’inventore della Tavola Periodica degli Elementi, per intenderci); quando quest’ultimo fonda una società di fotografia, il giovane Prokudin si appassiona alla fotografia e verso la fine dell’Ottocento, sfruttando anche i suoi studi, diventa a tutti gli effetti uno dei pionieri della fotografia a colori.
Seguendo gli studi e le teorie sulla “colorazione additiva” di James Clerk Maxwell e le esperienze acquisite a Berlino alla “corte” del più importante ricercatore di fotochimica e fotografia a colori dell’epoca, Adolf Miethe, mette a punto un particolarissimo sistema per realizzare fotografie dai colori vividi e brillanti: con una macchina autocostruita, seguendo il modello inventato da Miethe, realizzava in rapida successione tre scatti su lastra rettangolare di 10×30 cm circa di un negativo in bianco e nero, filtrando ogni scatto con un colore diverso (blu, verde, rosso); dopo lo sviluppo, grazie a un ingranditore tri-camera, proiettava le immagini nuovamente filtrate nei tre colori e perfettamente sovrapposte; l’immagine così composta e riflessa da un supporto traslucido risultava a colori.
Se pensiamo al periodo storico e al contesto, il risultato fu a dir poco dirompente e la sua portata arrivò fino alle stanze private dello Zar Nicola II, che entusiasta dei risultati “scentifici”, della bellezza delle immagini e della vivacità dei colori «ottenuti senza l’intervento di un pittore», come recitava un giornale dell’epoca, concesse a Prokudin di realizzare il suo progetto Gli splendori della Russia.
Lo Zar mise in grado Sergei di realizzare il suo progetto non solo dal punto di vista burocratico – rilasciandogli tutti i permessi di viaggio necessari e consegnandoli una lettera vergata di suo pugno nella quale si invitavano tutti gli amministratori delle varie regioni a collaborare con solerzia con il fotografo – ma mettendogli anche a disposizione un speciale vagone ferroviario attrezzato con tutto il necessario per far funzionare la sua speciale camera oscura, un battello e un mezzo a motore per muoversi sui terreni accidentati.
Nel 1909 inizia così l’avventura documentaristica di Prokudin, che a intervalli regolari si protrasse fino al 1917, quando i Bolscevichi misero fine sia all’ambizioso progetto di Prokudin che, in modo decisamente più sanguinario, al grande Impero e allo Zar.
Tutte le immagini di Prokudin e del suo progetto sono visibili sul sito della Libreria del Congresso degli Stati Uniti.