Cosa ci fa un minivan Volkswagen, simbolo della cultura hippy, al secondo piano del Museo di Scienze Naturali di Torino… ah sì, c’è la mostra “Steve Jobs 1955-2011”. Che fin dai 18 anni ne possedeva uno, venduto per fondare la Apple Computer. Era il 1976: con i 600 dollari circa del furgone e i 1.000 del socio Steve Wozniak, che vende la sua calcolatrice HP 65, nasce un’azienda con una capitalizzazione attuale di oltre 400 miliardi di dollari.
Jobs era la persona giusta, nata nel posto e al momento giusti, alla fine degli anni Sessanta nell’area di San Francisco, cuore della nascente cultura hippy e di una nuova cultura tecnologica che voleva diffondere le conoscenze informatiche a tutti gli strati sociali.
Ma torniamo al furgone, parcheggiato davanti alla serranda aperta di un garage ricostruito in scala 1:1, quello adiacente all’abitazione dei genitori di Jobs e oggi museo nazionale: la prima sede della Apple Computer. Proprio lì Steve e Steve iniziano la loro avventura, in mezzo alle passioni giovanili di Jobs, che tra i quindici e i vent’anni passava da autori impegnati come Dylan Thomas, Herman Melville, William Shakespeare, alle canzoni di Bob Dylan e dei Beatles.
Si esce dal garage, si entra nell’esposizione. Fra storia personale raccontata dalle copertine dei giornali, aree interattive-documentarie, informazioni esaurienti, nelle teche brillano pezzi rari come l’introvabile Apple-I, “Il Santo Graal dell’informatica”: prodotto in soli 200 esemplari, di cui 150 subito ritirati per fare spazio all’Apple II. Il modello in mostra, il n. 82, è stato battuto all’asta da Christie’s a 157 mila euro nel novembre 2010. Commercializzato come una spoglia e semplice scheda madre su cui erano montati il microprocessore MOS 6502, la memoria RAM da 4 KB, la ROM e pochi altri componenti, l’Apple-I è il primo computer della storia pensato per essere collegato a un monitor e a una tastiera. È un cambio di prospettiva rivoluzionario.
In mostra anche altri Mac, come l’Apple II, l’Apple III e il Lisa; dieci le aree tematiche, dalla fondazione al licenziamento di Jobs dalla sua stessa azienda (dove tornerà nel 1997), alla creazione della Pixar, vera e propria rivoluzione nell’industria del cartone animato, al testamento tecnologico dell’imprenditore. Una mostra concentrata, densa di materiale, informazioni, interattività, per celebrare un uomo che ha cambiato il mondo.
Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino – fino al 15 aprile 2012