Negli ultimi anni mi sono recata in vacanza a Polignano a Mare in Puglia, arrivavo dalla Cina dove dialogavo con architetti, designer, artisti galleristi curatori, frequentavo per lavoro eventi di ogni tipo in quel pot-pourri di attività in un entourage dai limiti sottili tra commercio, moda, arte e PR ritenuti comunque utili allo sviluppo di business nel settore del design.
Ero dunque abituata a tenere le antenne sempre tese a percepire idee, novità o interessanti artisti e designer, con il fine principale di portare acqua al mulino del mio datore di lavoro. A Polignano, la mia attenzione è stata subito attratta da alcuni chandelier in spazi pubblici. Lo sguardo incontra diverse opere, riconosce la stessa mano, siamo di fronte a un artista.
Sebbene me lo avessero indicato, non ho mai avuto il coraggio di avvicinarlo, una forma di pudore me lo ha impedito, non ero più in Cina, mi sentivo sporca, mio malgrado tutto nel mio mondo era una merce, temevo di risultare arrogante. Ho spiato l’atelier di Campanella con discrezione, attraverso il magnifico cancello in ferro battuto che lo separa dall’esterno. Gli ho scritto una mail per chiedergli se era d’accordo che scrivessi un pezzo su di lui. Mi ha mandato la sua bibliografia e il suo numero di telefono in caso volessi parlarne. Non l’ho chiamato e non ho voluto leggere nulla che lo riguardasse, preferisco riportare quanto suggeritomi dalla parte legata all’anima che permette l’incontro tra uomo e arte.
Nonostante i riconoscimenti non gli manchino, Peppino deciso di restare a Polignano, senza rincorrere il mercato che pian piano in punta di piedi arriva da lui. Resta in un luogo che sembra animato solo d’estate ma intrigante e svuotato d’inverno, sotto l’impeto del maestrale che scolpisce i lineamenti della scogliera su cui poggia. Schopenhauer sosteneva che l’ispirazione dell’artista nasce dall’incontro delle potenze presenti in natura; riflettendo su questo, è chiaro di cosa si nutra l’ispirazione di Campanella.
Le sculture di luce di Peppino Campanella portano con sé il profumo del mare, le memorie passate, presenti e future del mondo in cui vengono create, portano in grembo la luce che afferma l’indipendenza dell’artista dalle dinamiche del mercato, che vorrebbero mercificare tutto ma ancora non riescono a ingannare totalmente l’aspetto più sottile dello spirito umano.
Ora potrò incontrarlo a cuor leggero e in pace con la mia coscienza.