Balzac, Baudelaire, Calvino, D’Annunzio, Flaubert, Gadda, Wilde, ma soprattutto Proust e Süskind… grande è la fortuna letteraria dei ricordi olfattivi, potenti macchine del tempo capaci di riportarci al passato nel giro di un attimo: gli odori hanno il potere di attivare la memoria episodica, quella che custodisce tutti gli avvenimenti della nostra vita a lungo termine assicurando l’identità e la continuità del sé, conservando la nostra storia personale.
Negli ultimi decenni anche la scienza – in genere più concentrata sugli altri sensi – ha iniziato a occuparsi di questa singolare capacità dell’olfatto, che agisce anche in senso sinestesico richiamando alla mente emozioni e immagini. La memoria olfattiva è singolare come persistenza, tonalità edonistica, legame con il contesto percettivo; tende a imporsi al di là della nostra attenzione volontaria. Mentre dissolve i ricordi visivi e verbali, il passare del tempo non sembra incidere sugli stimoli olfattivi, seppure questi siano spesso immagazzinati in modo accidentale. Un ricordo associato a un profumo può, a sua volta, attivare le regioni del cervello sensibili agli odori.
Lo Smell Festival 2013, a Bologna, ha proposto un interessante esperimento che ha dato il via ufficiale alla collaborazione fra Gianni Brighetti, docente di Psicologia all’Università di Bologna, e Giuseppe Imprezzabile, ovvero Meo Fusciuni Parfum, in un progetto di ricerca su olfatto, inconscio e memoria.
La “strana coppia” formata da un artista del profumo e da uno scienziato è nata per iniziativa del secondo: la ricerca infatti ha preso avvio dalla connessione tra un corso sulla filosofia della memoria tenuto da Brighetti e da un rapporto di ricerca tra il professore e il dipartimento di Chimica Industriale; la volontà è di confermare le suggestioni individuali (comprese quelle scaturite dall’esperimento allo Smell Festival) con basi neurali e fisiologiche provate, che dimostrino il principio quasi paradossale per cui le memorie olfattive sono statalizzate, bloccate nel nostro cervello e in grado di evocare situazioni particolari del nostro passato.
Meo Fusciuni ha ricevuto l’impegnativo compito di creare il “profumo della vita”, da lui suddiviso in sette “momenti olfattivi”, blocchi di odori e profumi incaricati di scatenare i ricordi di esperienze passate. Così, al numeroso pubblico presente all’evento sono state istribuite sette mouillettes imbevute di sette profumi diversi e un questionario; dopo aver odorato attentamente, ogni partecipante doveva descrivere le sensazioni provate.
Nell’attesa dei risultati e di ulteriori sviluppi del progetto, non stupirà sapere che alcune risposte lette ad alta voce alla fine dell’esperimento hanno evidenziato l’infanzia come territorio privilegiato dei ricordi.
Guarda l’intervista a Meo Fusciuni
Per altre curiosità, informazioni e bibliografia sul rapporto tra olfatto e memoria: www.rescogitans.it