«Volumi immensi e deserti; svuotati di ogni funzione. Solo l’energia era ancora palpabile: l’energia del fuoco, della fatica, l’energia della macchina che domina sull’uomo. Un non-luogo dove ogni angolo, ogni cosa che trovavo lungo il mio cammino raccontava una storia; o meglio due: quella della Macchina, ventre creatore e quella dell’uomo, comunità organizzata presente al solo scopo di far funzionare al meglio la Macchina, ma capace di lasciare un segno ben più indelebile della Macchina che doveva controllarre. Decisi allora che avrei dovuto perdermi per seguire le tracce di quelle storie; fu così che il mio viaggio li dentro durò due mesi».
Brownfield non è semplicemente un libro di archeologia industriale fine a se stesso, è un progetto per immagini finalizzato alla conservazione della memoria storica e sociale di un luogo di lavoro e dell’umanità che operava al suo interno. Quella memoria storica che oggi troppo spesso si tende a non conservare perché ritenuta inutile allo sviluppo di una comunità: non si può andare avanti senza sapere da dove si viene.
Fermoeditore ha scelto per questo lavoro materiali che trasmettano forti emozioni visive e tattili: con chiaro riferimento alla fabbrica, la copertina è una lamina di piombo dall’aspetto freddo e duro, in contrasto con la sua duttilità. Alcune copie sono presentate in un contenitore di plexiglas tenuto insieme da bulloni: ancora un riferimento al vetro e alla fabbrica.
L’autore: Stefano Brianti è un ragazzo del ’72 nato a Ravenna e trasferito a Parma nel ‘75. Inizia a fotografare inconsapevolmente all’età di 8 anni in gita a Venezia con la scuola; a 14 anni fotografa con cognizione di causa, prendendo in prestito la reflex del padre a ogni occasione e approfondendo la tecnica in maniera autonoma grazie a un’enciclopedia sulla fotografia acquistata in edicola. Nel ’95 inizia a lavorare presso uno studio di fotografia commerciale e industriale di Parma. Dopo varie esperienze, nel 2001 arriva il salto di qualità: collaborando già con alcune agenzie di pubblicità, diventa fotografo a tempo pieno. Oggi si occupa di fotografia commerciale, industriale e pubblicitaria.
Le fotografie sono corredate da testi critici di Marco Adorni e William Gambetta, ricercatori del Centro Studi Movimenti di Parma. Paolo Barbaro, laureato in Lettere con una tesi in Storia della Fotografia all’Università di Parma nel 1977, è inoltre curatore della Sezione Fotografia del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dello stesso Ateneo.
Brownfield sarà presentato alla Fiera di Francoforte venerdì 12 ottobre alle ore 15, allo stand di Fermoeditore, Hall 4.1 Stand M534.
Per informazioni: info@fermoeditore.it