Non c’è fotografia, a Reggio Emilia, senza Luigi Ghirri. Protagonista assoluto della cultura dell’immagine del territorio – e non solo – all’artista è ora dedicata una retrospettiva che raduna 300 opere tra scatti, menabò, libri, cartoline, copertine di dischi, riviste, in un viaggio che indaga il suo Pensare per immagini.
Fin dai primi anni Settanta Ghirri iniziò il suo lavoro sulla base di un approccio maturato all’interno dell’arte concettuale, affermandosi ben presto sulla scena internazionale, tanto che nel 1982, alla mostra Photographie 1922-1982 di Colonia, venne presentato come uno dei venti fotografi più rappresentativi del XX secolo. Ma egli non fu “solo” fotografo: nel 1978 fondò la casa editrice Punto e virgola e iniziò a organizzare esposizioni come Iconicittà (1980), Viaggio in Italia (1984), Esplorazioni sulla Via Emilia (1986), occasioni durante le quali ebbe modo di fare la conoscenza di importanti intellettuali e artisti italiani con cui ebbe uno scambio costante di idee e progetti.
Tutta l’opera di Ghirri, che ha improntato la sua ricerca sull’impiego esclusivo della pellicola a colori, trova fondamento nelle poetiche del Novecento, dall’objet trouvé dadaista all’arte concettuale, senza dimenticare i modelli di pop art americana alla base del suo approccio ironico e surreale che lascia incantati e stupefatti. Tante sue fotografie sembrano infatti fotomontaggi apparenti, mentre tutto è già nel reale, e l’immagine non fa che portare il reale alla luce, restituirlo a sé stesso: il percorso di Ghirri è segnato dai tromphe-l’oeil, dai giochi geometrici, da riquadri, da foto di foto, da riflessi e carte geografiche, secondo una poetica che trae linfa da una frase di Giordano Bruno, “pensare è speculare per immagini”.
La mostra – presentata nel 2013 al Maxxi di Roma e i cui materiali provengono dalla Biblioteca Panizzi e dalla casa di Roncocesi che ha concesso un gran numero di vintage print – è però anche altro: le sezioni tematiche si snodano in tre nuclei che riconducono la sterminata produzione di Ghirri ai temi delle Icone, dei Paesaggi e delle Architetture, permettendo di ripercorrere i luoghi e le storie immortalate dal fotografo, spesso lungo la sua quotidiana e familiare via Emilia. L’artista stesso affermò: “questi luoghi formano una specie di sequenza strana fatta di pietre, chiese, gesti, luci, nebbie, rami coperti di brina, mari azzurri, diventano il nostro paesaggio impossibile, senza scala, senza un ordine geografico per orientarci”.
E i luoghi, le atmosfere rarefatte (ottenute anche attraverso un’accuratissima tecnica di stampa), le nuvole – protagoniste di un indimenticabile libro fotografico del 1990 – testimoniano un profondo rapporto con la società dell’immagine, una costante dialettica tra visione e percezione e la complessità, la ricchezza e la statura artistica di Luigi Ghirri.
Luigi Ghirri. Pensare per immagini
a cura di Francesca Fabiani, Laura Gasparini, Giuliano Sergio
fino al 28 luglio
Chiostri di San Pietro
via Emilia San Pietro, 44/c – 42121 Reggio Emilia
tel. + 39 0522 456249
info@fotografiaeuropea.it