“Le mie bambine sono tutte un po’ Alice, alle prese con un corpo in trasformazione, in un mondo in continua metamorfosi. Un mondo che è illogico e incontrollabile nella sua stessa natura”.
È dal 1997 che Nicoletta Ceccoli illustra libri per l’infanzia: lo fa sperimentando tecniche e materiali diversi (dall’aerografo al digitale, dalle matite alla grafite), e soprattutto creando personaggi che sembrano uscire direttamente dalle favole ma che, a ben guardare, hanno subito metamorfosi assieme ai loro abiti, o sono oggetti animati e sempre un po’ malinconici, talvolta addirittura tragici. Non solo libri, però. Basti pensare a uno dei suoi ultimi ruoli: Nicoletta è infatti concept artist per il film La mechanique du coeur diretto e scritto da Mathias Melzieau e prodotto da Luc Besson, mentre le mostre dei suoi disegni sono sempre più frequenti, tanto da essere stata scelta per una esposizione monografica all’interno della Biennale del Disegno di Rimini, appena conclusa.
Al centro della sua opera stanno delle bambine al confine con l’adolescenza: figure che emanano una sensualità maliziosa e inconsapevole e che segnano la perdita di innocenza, l’abbandono di un mondo fatto di giocattoli che prendono vita per gli ultimi momenti di condivisione con la loro padroncina, prima di essere solo oggetti vuoti di significato. Vuoti per tutti, ma non per l’artista stessa, che nel suo studio si circonda di libri di immagini come il pop up di Edward Gorey, The Dwindling Party o Il gatto con gli stivali, oltre che di giocattoli della sua infanzia – ha sempre amato le bambole, confessa – e di dolciumi di tutti i tipi, anch’essi soggetti di tante sue opere. Ogni dolcezza è ambigua, sembra dirci Nicoletta Ceccoli: anche le torte e le caramelle recano un messaggio di piacevole consolazione e allo stesso tempo un senso di colpa.
Tra paradossi e solitudini teatrali, l’artista gioca continuamente, guidata soltanto da una totale libertà di immaginazione che le consente di trasformare le gonne in bouquet floreali o in torte ripiene, in gabbie per uccelli o in un mare azzurro dalle cui onde scaturiscono draghi. Osservare le opere di Nicoletta Ceccoli significa immergersi in un’atmosfera onirica che lascia spazio a un modello di bellezza “mostruosa”, e ci descrive piccole principesse sole, forti e indipendenti, dall’aria imperturbabile, volutamente assunta per proteggersi dalle emozioni, per difendersi dai pericoli che stanno sempre in agguato, al di là dei fondi scuri e dietro pasticcini zuccherosi. E il senso profondo delle illustrazioni è quello che sta sotto a tutte le favole: le storie per bambini esistono – parafrasando quanto scrive l’artista – per esorcizzare gli incubi inconsci, per placare le inquietudini, per superare le insicurezze e le crisi esistenziali. In poche parole, per affrontare la vita.