Marco Galli è un “pet fotografo” – diventato da poco professionista a tutti gli effetti – e lavora come fotografo ufficiale alle expo FIAF nel Nord Italia. Ha uno studio a misura di gatto e si diverte a girare per colonie e gattili (nel secondo caso gratuitamente). Ho scoperto la sua esistenza su Facebook, dove ha una pagina con più di 21mila fan.
Da quanto tempo sei specializzato in gatti?
Il mio progetto fotografico nasce ovviamente da un’innata passione per questi misteriosi e affascinanti felini. Da circa due anni sono concentrato su di loro, e visto il mio notevole repertorio d’immagini il 10 agosto del 2013 ho aperto una pagina Facebook. Il successo è stato tanto imponente quanto inaspettato… è passato un anno, le occasioni di lavoro si sono moltiplicate e questa è ormai diventata la mia prima professione.
Come procedi quando devi fotografare un micio, specie se iperattivo?
Inizierei dalla tecnica: esaminare gli scatti e correggere eventuali difetti, esaminare la luce partendo dal presupposto che spesso si fotografa stando sdraiati in terra, il riflesso dei colori dei pavimenti è di sostanziale importanza, la luce è spesso deviata in più angoli perché tutti gli oggetti appoggiati a terra influiscono nella scenografia e nell’illuminazione del soggetto. Non importa la location, amo lo studio, la strada, la campagna e qualsiasi altro luogo, l’importante è che ci sia un gatto. Oserei dire addirittura: meglio se iperattivo. Offre molti più spunti, il suo corpo posa in più forme, le sue espressioni sono più presenti, vivaci e sincere. Molti mi chiedono di svelare i miei trucchi, che a dire il vero non considero trucchi. Mi ripeto dicendo che la tecnica è importante, per il resto – se qualcosa di metafisico bisogna trovare – analizzo spesso quanto c’è di impalpabile tra me e il soggetto. Gli stati d’animo sono importanti. Convivo con i gatti da sempre, quindi ho giocoforza instaurato un rapporto con loro e quando lavoro sfoggio tutta l’esperienza, l’amore e la complicità che riesco a esprimere per rapportarmi al soggetto. Cerco di comunicare quanto più possibile con il micio, gioco, gli parlo, cerco di sedurlo anche se a volte sembra non funzionare… in tal caso occorre “rubargli” qualche scatto e molte volte ho raggiunto buoni risultati malgrado la poca collaborazione dell’adorabile infedele.
Qualche aneddoto?
Ce ne sarebbero tanti ma preferisco raccontare la routine della caccia ai miei cinque gatti. Spesso li ritraggo nel cortile della mia abitazione: mi seguono ovunque io vada, non è detto però che accettino di farsi fotografare. Attendo che siano loro a concedersi, ci sono momenti nei quali sembrano posare con cognizione di causa, alternati ad altri, anche lunghi, in cui vago con loro senza scattare nulla. Quando arriva il momento giusto vedo brillare i loro occhi quasi a invitarmi: magicamente, in quegli istanti porto sempre a casa lo scatto con qualcosa in più.
Le tue foto preferite?
La foto che amo di più in assoluto è il profilo di Doraemon, “Verso ovest” del 2012. Amo la sua espressione, è uno dei miei gatti e trovo che qui si racconti in modo molto esauriente. La seconda in graduatoria è “Ruffiano” del 2013, con Gatto Mirò. Ricordo con il sorriso il momento in cui la scattai: stavamo giocando insieme, ci prendevamo in giro e ci inseguivamo a vicenda. Una foto che è lo sfondo di tutti i momenti vissuti con i miei gatti, fatti d’amore, spensieratezza e allegria.
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