Marco Grosse, nato a Buenos Aires nel 1974 da padre tedesco e madre italiana, lavora come traduttore, insegnante e libraio. Ha studiato giurisprudenza a Milano e a Bonn, proseguendo con studi di Mediazione Linguistica e Culturale a Milano. In italiano ha pubblicato I giardini imperiali (De Ferrari 2006) e Pioggia (De Ferrari 2010), entrambe raccolte di racconti: ma mentre nel primo volume troviamo un mondo fantastico, popolato da soggetti onirici che per paradosso mostrano la realtà più vera, Pioggia suggerisce uno sguardo sottile dietro le quinte della vita. Debolezze umane, fallimenti nascosti e paure sono spesso celati da modi, usi, esteriorità che impediscono ai protagonisti di raggiungere il centro del proprio essere, ad appagare i propri desideri profondi. Alcuni dei protagonisti riescono a spezzare le catene invisibili, altri andranno incontro a fallimenti che, nella logica dell’autore, aprono a nuove vie rivelando verità nascoste: una ricerca dell’essenziale, là dove l’uomo si sente privo di certezze.
Nell’introduzione a Pioggia, Giorgio Boratto descrive i racconti di Marco Grosse come “tappe di un viaggio nell’anima. Il viaggio è la metafora della vita, del suo fluire, e in questo libro i racconti sono le stazioni, le città, gli stati d’animo raggiunti di volta in volta. Ogni racconto pare slegato e privo di un senso compiuto, sono descrizioni di fatti e sentimenti di protagonisti o conoscenti spesso misteriosi, ma la vita non svolge forse trame misteriose anch’essa?”
Le situazioni alle quali ci troviamo davanti sono flash su frammenti di vite sospese, sassolini, tracce di ricordi che costruiscono una trama dalla quale emerge pian piano un ordito nascosto. “Valli silenziose, castelli, case, bar, garage e acqua (acqua come lacrime e pioggia) sono il set, lo sfondo dove i protagonisti vengono raccontati e raccontano momenti di vita, passaggi sensuali e sospesi”. Storie slegate, eppure annodate dalle sensazioni comuni di uomini e donne alla ricerca di amore e libertà, “fra sguardi, ricordi, evanescenze dell’essere e Golem; tra assenze, lavori, castelli e pioggia, andiamo a ritroso. Meglio dire ritorniamo a ciò che siamo sempre stati e ancora dobbiamo scoprire di essere. Un intricato puzzle da rileggere”.
Pioggia non è da consumo veloce: buon allenamento allo slow reading, invita a un approccio meditato, da affrontare perché no a tappe. Un libro per imparare a prendersi un po’ di tempo e far decantare le impressioni, lasciando emergere messaggi segreti.