Amo i Sonetti di Shakespeare, il loro contenuto, il loro stile, il modo in cui sono scritti, il loro immaginario… in qualche modo sono penetrati in me, mi hanno preso il cuore creando su di me un’impressione tale da spingermi a interpretarli visivamente. Molti mesi della mia vita sono racchiusi all’interno di questo libro, un lungo percorso durato un anno.
Il processo di incisione su lastre di zinco per l’illustrazione del frontespizio è stata lunga e coinvolgente, mi ha permesso di ottenere diverse tonalità di grigi e neri che riempiono la composizione sia con colpi di luce quasi impercettibili, come nella seta della tela del ragno, o con linee nere e spesse.
La ricerca sulla disposizione delle parti scritte mi ha portato alla decisione di scrivere tutti i 154 sonetti a mano, collegando elementi di calligrafia antica con la mia scrittura, e ad aggiungere elementi grafici nella pagina del titolo. Mentre scrivevo, ho vissuto immersa in un mondo pieno di lettere dimenticando tutto il resto: mi ha dato piacere il processo in sé così come mi ha dato piacere il profilo di ogni singola lettera… mi piacciono soprattutto le lettere “e” e “k” – quando le scrivo le spalle e il collo diventano tese e le mani scivolano sulla carta da sole. Mi piacciono anche le lettere “L” e “H” con le loro linee orizzontali, come onde del mare, e la “S” per la sua importanza e la morbidezza. Mi piace scrivere la combinazione di lettere “th”, più precisamente mi piace la coda che creano ritmi per l’intera pagina e, di conseguenza, nel libro.
Ho fatto una scelta accurata su quale carta utilizzare. Sarebbe terribile tagliare con un coltello la carta fatta a mano, quindi è stata accuratamente strappata con le mani. La rilegatura del libro è in pelle naturale, lavorata per acquisire spessore e morbidezza. Le applicazioni sulla copertina riflettono la calligrafia del frontespizio, creando una risonanza con il contenuto del libro, e i loro colori sono in sintonia con la nuance della pelle.
Le parti metalliche della copertina sono state realizzate a mano da lastre di zinco; la loro silhouette richiama le lingue del fuoco – come le fiamme d’amore dei sonetti. Al tempo stesso tempo, gli spazi tra le fiamme e il contrasto fra lo zinco luminoso e la pelle scura creano l’effetto di un pizzo traforato. Le foglie di vite incise su zinco danno romanticismo alle fiamme d’amore, gli schemi paralleli di foglie e viti hanno qualcosa in comune con gli elementi calligrafici all’interno.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto in questa creazione, soprattutto il mio Angelo Custode: per essere rimasto al mio fianco sostenendomi come meglio poteva, moralmente e finanziariamente, senza lasciarmi vagare lontano dal mio scopo.