“La lingua deve essere considerata un valore civile, da preservare e monitorare come un monumento”. Sono le parole, e il pensiero, di Massimo Arcangeli della Società Dante Alighieri che da anni studia e preserva la lingua italiana. L’opera di conservazione della lingua avviene in tanti modi, anche lanciando campagne e iniziative in sua difesa come “Le parole del cuore” pensata per scongiurare la tesi di studiosi stranieri che prevedono la fine della lingua italiana in quanto non utilizzata in ambiti commerciali e affaristici.
Il nostro “bello stile” sarebbe destinato, insieme ad altre lingue diverse dall’inglese, dal cinese, dall’arabo (che si stanno affermando sempre più come idiomi di carattere internazionale per la loro stretta connessione al mondo degli affari) alla scomparsa nel giro di qualche decennio. “L’iniziativa nasce per scongiurare l’estinzione della nostra lingua”, spiega Arcangeli, “abbiamo selezionato 3000 vocaboli di uso comune denominandole parole del cuore, sono termini come amore, amicizia, affetto, simpatia, unendole a parole di uso poetico come desio, ognuno sceglie la propria parola corredandola di versi e spiegando il perché”.
I vocaboli sono 3000 solo in partenza: man mano che diminuiscono ne vengono messi a disposizione di nuovi così da rinnovare l’iniziativa. Il primo obiettivo è fissato per il 14 settembre 2014, giorno della nascita di Dante, per scongiurare la profezia da qui a 100/200 anni. Per adesso la scelta è legata alla poesia, da ottobre si parte con la letteratura e Arcangeli sottolinea anche come “oggi gli unici poeti considerati tali sono i cantanti, pertanto musica e poesia dovrebbero dialogare il più possibile, per far sì che poesia e poetica raggiungano anche i giovani”.
La difficoltà delle nuove generazioni nel collegare oggetti, persone, cose del mondo reale ai loro effettivi nomi e ai vocaboli di competenza è dovuta alle cause più diverse, anche tecnologiche, quindi solo creando interesse e utilizzando in modo intelligente quelle stesse tecnologie (come l’iniziativa “Il Decameron in 100 tweet” lanciata dalla stessa Dante quest’estate, ndr) si può sperare di riavvicinare i giovani alla lingua madre contribuendo a evitarne la scomparsa.
Arcangeli crede e punta molto proprio sulle nuove generazioni e sull’amore di ognuno per la propria lingua, perché se è vero che le lingue veicolari, come l’inglese, sono avvantaggiate nella sopravvivenza, è vero anche che “all’interno degli Stati nazionali si continua a parlare la lingua madre e se si fa qualcosa, anche in piccolo, l’italiano – come qualunque altra lingua – si può rivitalizzare; soprattutto, una lingua non muore se decidiamo di usarla”.