C’è chi fa sculture di hamburger di manzo (che non si decompongono), o chi disegna Ronald come dovrebbe essere, ovvero grasso: una nuova ondata di artisti ha scelto come musa il celebre clown di McDonald. Ne parla Mathilda Battersby su The Independent.
Keith Coventry, un artista lanciato verso il successo come uno dei Young British Artists, ha appena presentato nove nuove opere d’arte: la sua musa preferita è un marchio di hamburger, McDonald. La catena americana di fast-food attirò la sua attenzione quasi 15 anni fa, quando l’artista notò che la maggior parte della spazzatura sul marciapiede vicino al suo studio di Camberwell era effigiata con quegli archi dorati onnipresenti. Da allora ha una sorta di storia d’amore con il brand, e ha raccolto confezioni piegate e calpestate da portare a casa per osservare come le forme di un logo inconfondibile vengono modificate nel processo dello scarto. Coventry, il cui lavoro sembra essere in parte accusa e in parte celebrazione, ha un’ipotesi interessante sul perché quelle M arcuate e curve siano così durature. “Rosso, giallo e blu sono i colori del Modernismo – i colori di Malevich e Mondrian”, dice. “nella prima metà del XX secolo quei colori erano rivoluzionari, ma poi McDonald se ne è appropriato per i propri scopi. E ora ha chiuso il cerchio con artisti come me a loro volta si riappropriano del logo”.
Coventry è ben lungi dall’essere il primo artista ad aver utilizzato McDonald e tutto ciò che rappresenta nel suo lavoro. Basterebbe una passeggiata in tutte le città del mondo per avere una forte probabilità di imbattervi in un beffardo murale che sbeffeggia o critica McDonald, in una forma di pubblicità non richiesta. Esempio calzante ne è uno dei murales più famosi di Banksy, Napalm, che mostra un bimbo di nove anni nudo, vittima della guerra del Vietnam mano nella mano con Topolino e Ronald McDonald – rivelando quanto sia facile per gli artisti utilizzare il marchio o la sua mascotte come abbreviazione per fare satira sull’America. Jake e Dinos Chapman durante la loro mostra del 2002 alla Tate Gallery – The Family Collection Chapman – presentarono un divertissement sulla cosiddetta arte primitiva in cui appariva, fra le altre cose, una reliquia in legno intagliato con lo stesso sorriso di Ronald McDonald e un cartoccio di patatine fritte in mano.
Ron English, altro celebre artista di strada, deve ringraziare McDonald per il suo successo: incaricato da Morgan Spurlock di creare il manifesto per il film del 2004 Super Size Me, ha attirato l’attenzione mondiale sulla sua versione kitsch di Ronald McDonald e sul suo lavoro. Nato a Dallas, English (che si è voluto chiamare Ron proprio in “onore” del clown) ha cercato di creare la prima versione della sua opera quattro decenni fa. “Nel 1970, quando nella società americana si faceva un gran parlare di ‘calorie vuote’ ho visto un’illustrazione meravigliosamente eseguita di Ronald che rivelava il suo torso emaciato sotto la tuta gialla”, dice Ron. “Ricordo di aver pensato: ‘Non sarebbe grasso invece?’ Tornai a casa e dipinsi la mia versione”.
Ben Campbell, texano, ha preso le cose un po’ più da lontano utilizzando il materiale di McDonald per costruire la scultura di uno scheletro che ha chiamato “McMummy”; scopriamo così che le polpette a base di carne, patatine e salse sono un meraviglioso (ed economico) materiale per scolpire, ed è anche più resistente di quanto ci si potrebbe aspettare. “Il cibo McDonald non si decompone se lasciato ad asciugare”, dice Campbell. Jack Daws, nel frattempo, ha fatto una scultura in stile Jenga, una torre di patatine McDonald tenute insieme solo con ketchup Heinz.
Scelta opposta per lo scultore contemporaneo Li Lihong, che si è allenato con un ceramista maestro nell’arte delle porcellane cinesi e ora usa la sua abilità per produrre gli archi dorati in 3D più ornati e belli che abbiate mai visto. Non è chiaro ciò che la società pensa delle attività di questi vari artisti, ma né English né Coventry sono mai stati contattato dalla società, anche se il loro lavoro è potenzialmente una violazione del diritto d’autore.
Un’apparente riluttanza a impegnarsi con artisti indipendenti non ha fermato McDonald dal cercare di sfruttare l’energia visiva dell’arte in modo più aziendale. Lo scorso anno l’artista inglese Ben Mosley è stato incaricato di creare l’immagine dell’imballaggio delle patatine e la sua pittura è stata vista da circa 60 milioni di persone in tutto il mondo. Chissà, forse Coventry troverà per terra uno dei pacchetti di Mosley buttati e il ciclo continuerà…
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