Sino al 23 marzo 2014 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino sono in mostra le opere tessili di 18 artisti internazionali, un omaggio alla ricca trama di significati che l’utilizzo del tessuto ha avuto nel tempo e nelle diverse culture. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dal 1995 si adopera per sostenere i giovani artisti, in collaborazione con le istituzioni italiane e straniere, facendo opera di sensibilizzazione con incontri e scambi tra le nuove generazioni di artisti e critici provenienti da ogni parte del mondo.
Soft Pictures, curata da Irene Calderoni, mette in mostra i molteplici utilizzi del tessuto come materiale per creare immagini artistiche e mette in relazione la modernità della tecnologia e il digitale con un processo tradizionale come quello della tessitura, che invece ci parla di tradizione e folklore. Da sempre l’arte della tessitura porta con sé la ricchezza d’intere culture e la summa delle manualità di chi ha lavorato allo sviluppo di tale processo nel corso dei secoli, tramandandone l’arte fino a noi. Un esempio del legame tra tessuto e cultura lo mette in luce il sociologo Abdelkebir Khatibi nel suo Dal segno all’immagine, dove afferma che “il tappeto è, in Marocco, un talismano plastico della donna” per sottolineare come la storia delle donne del Marocco sia praticamente inscindibile dalla tradizione della tessitura.
Come prodotto del lavoro umano, l’arte tessile può sembrare lontana dall’approccio concettuale di tanta arte attuale, ma sono proprio questi aspetti a essere centrali nel recupero odierno di questa tradizione. Il legame con la storia di un popolo mette in luce anche le connotazioni politiche e sociali dei manufatti: le opere di Sanford Biggers ad esempio narrano la fuga dalla schiavitù degli afro-americani, mentre il lavoro di Willem De Rooij, incentrato sulla stampa batik, o gli arazzi di William Kentridge, sono popolati da migranti apolidi sulle mappe antiche di imperi e commerci. Mentre invece i knit paintings di Rosemarie Trockel riflettono ironicamente sui cliché dell’arte femminile, sulla pittura Neoespressionista, sul Minimalismo, sull’autonomia e la decorazione, sulla produzione manuale e quella industriale, in un perfetto mix tra forma e concetto.
Danzando tra design e arte, tradizione e modernità, funzione e decorazioni, i 18 artisti in mostra mettono in evidenza quanto possa essere simbolicamente ricco il materiale tessile. La particolarità di questa esposizione è quella di utilizzare il “medium” del tessuto – come ad esempio l’arazzo, emblema di classicità – per riflettere sullo stato dell’immagine contemporanea.