Dopo un accurato lavoro di ricerca, creazione e produzione, un nuovo progetto Fermoeditore è pronto per la presentazione: si tratta del volume “Il sole e la neve”, un testo di Luigi Alfieri accompagnato dalle immagini di Enrico Robusti.
“Il sole e la neve” è una sfida all’eBook. Un libro oggetto, palpabile e reale, che si contrappone al libro virtuale, alla civiltà dell’algoritmo. Un libro in edizione numerata, di fabbricazione artigianale: da prendere in mano, sfogliare, annusare, appoggiare sul comodino. Uno scrigno di sensazioni, al di là della narrazione e dei disegni. Una controrivoluzione che parte dai materiali. La copertina è in cartone, uguale a quella dei registri di classe o dei libri in cui i vaccari annotavano la produzione quotidiana delle «bestie». I testi e le immagini sono stampati sulla carta paglia, usata dai droghieri degli anni Sessanta per accartocciare formaggi e salumi. Rigorosamente manuale, la rilegatura è fatta con lo spago, come quella dei salami e dei culatelli. Sfogliarlo produce fruscii, sensazioni tattili, illuminazioni di colori che portano nel cuore della narrazione, nel pieno della campagna italiana degli anni ‘60. E per marcare ancor di più la differenza con il libro elettronico, riproducibile all’infinito, libro è stato realizzato in sole trecento copie: un vero e proprio multiplo d’arte.
“Il sole e la neve” è composto da 142 “coriandoli”, microstorie disposte in ordine all’apparenza casuale: solo alla fine della lettura si scopre la trama di un unico racconto. Ambientata nel parmense degli anni ’60, la narrazione ripercorre quattordici anni di vita – dall’età dell’innocenza alla scoperta della morte – attraverso il susseguirsi dei mesi e delle stagioni. Osserva i mutamenti della natura, ricorda il piacere di vivere immersi nello scorrere del tempo. Partendo da giugno e arrivando di nuovo a giugno, si vede un bambino diventare adulto, si vedono i boschi, i campi, i cieli, i fiumi cambiare colori e luci, emanare nuovi profumi. Alle spalle dei protagonisti, il bimbo innocente e la campagna, sta un ampio coro di personaggi narrati in poche righe; uno di questi personaggi, il padre, a poco a poco diventerà, attraverso la morte, il vero «eroe».
I testi sono accompagnati dai disegni di un grande artista, Enrico Robusti. Le immagini non illustrano il volume ma rileggono la stessa realtà della storia, le stesse situazioni umane e naturali con un occhio diverso, un’altra anima e un’altra sensibilità. Le immagini formano un libro nel libro, il pittore diventa scrittore di una vicenda parallela: se nei testi di Alfieri le parole sono spesso colori, nei disegni di Robusti i colori sono spesso parole. Del resto la rappresentazione della vita, della felicità, della natura, dell’amore e della morte cambiano da uomo a uomo. In questo caso di pagina in pagina, di segno in segno.
Fermoeditore ha dato forma alle suggestioni del testo e delle immagini utilizzando la carta paglia, legata al cibo per tradizione, di forte resa emozionale; un materiale robusto eppure delicato. Su questa base si esprimono lo scritto dai caratteri ariosi, e i colori delle tavole come voluti dall’artista – mai casuali, ottenuti attraverso numerose prove. Le immagini sono mostrate senza pieghe a disturbarle, stampate su pagine a soffietto. E per condividere la storia anche con chi non è italiano, è presente una traduzione inglese “occultata” sotto la lingua madre grazie a una soluzione cartotecnica: ogni testo è impaginato come fosse l’unico. La copertina in cartone accoppiato e il dorso in tela, in colori e stili di evocazione rustica, preludono alle idee interne; la rilegatura alla giapponese è amica dei fogli raffinati. Il risultato è un’opera d’arte da leggere e sfogliare con voluttà.
Gli autori
Luigi Alfieri (Cella di Palmia, Parma, 1957) è un giornalista di viaggi. È stato presidente di Neos, l’associazione che raccoglie giornalisti e fotografi del settore. Ha scritto libri di argomento storico e letterario (fra i quali Il piccolo Socrate, edito da Guanda), di gastronomia e di attualità. Ha realizzato un lungometraggio su temi legati alla tossicodipendenza trasmesso da Rai Uno. È capo redattore della Gazzetta di Parma, il quotidiano più antico d’Italia, e ha collaborato per oltre un decennio con La Stampa di Torino. Ha organizzato mostre fotografiche e convegni su viaggio, poesia e letteratura in generale. Nel maggio 2011 ha pubblicato il suo ultimo libro: Dune, balene e microchip, sette anni in giro per il mondo.
Enrico Robusti, artista parmigiano, dopo gli studi classici e una laurea in Giurisprudenza si dedica allo studio della tecnica pittorica, con particolare riferimento alla scuole seicentesca di Van Dick e Rubens. Federico Zeri lo presenta nel 1991 in una mostra di ritratti alla Consigli Arte. Da quel momento Robusti fa dell’attività di ritrattista la sua professione. Dal 2004 intraprende una nuova strada espressiva, con importanti riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale; del 2011 la personale all’Albemarle Gallery di Londra e la partecipazione alla 54° biennale di Venezia.
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