Come avviene oggi la nostra conoscenza del mondo? Sempre meno diretta ma più internazionale, viene filtrata dai mass media che selezionano le notizie e le confezionano come fossero prodotti di consumo da promuovere e vendere a un pubblico il più vasto possibile. L’informazione spesso diventa una forma d’intrattenimento all’insegna della paura e del conflitto, della violenza e dell’eccesso: la catastrofe è un prodotto di successo, a Hollywood come nei telegiornali; la materia prima, in un mondo pieno di guerre e attacchi terroristici progettati per essere telegenici, non manca di certo.
A Torino, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo indaga su questo tema con Press Play. L’arte e i mezzi d’informazione, dal 2 febbraio al 13 maggio 2012. A cura di Irene Calderoni, la mostra racconta il punto di vista di sedici artisti sulla società contemporanea dei media, un mondo in cui la realtà sembra coincidere con la sua rappresentazione: l’arte diventa uno strumento critico, capace di analizzare il ruolo politico e sociale delle immagini.
Gli artisti di Press Play si sono appropriati dei contenuti e delle strategie dei media sovvertendoli per svelarne i meccanismi; oggettivi e distaccati o inquisitori e partecipativi, hanno utilizzato vari metodi – accumulazione, archiviazione, dislocamento, falsificazione – e registri – assurdo, ironia, iperrealismo, sfruttando le molteplici facce quotidianamente proposte dai giornali o dagli schermi.
Alcuni esempi. Bani Abidi ironizza sulla strumentalizzazione dell’appartenenza etnica e culturale con una videoinstallazione: due giornaliste televisive, una indiana e una pakistana, riportano la stessa notizia vista da prospettive opposte. La notizia è in realtà l’adattamento di una famosa barzelletta su indiani e pakistani usata per affermare la superiorità di un gruppo sull’altro.
Il tedesco Thomas Demand si colloca invece in una zona di confine tra reale e artificiale: in Studio (1997) domina l’assenza – di persone, parole, scritte – in un’immagine sospesa e silenziosa, come in attesa di un accadimento.
L’opera di Alessandro Quaranta è frutto di una sua recente esperienza al Cairo, in un periodo segnato da grandi tensioni e rivolgimenti epocali per la nazione egiziana: il video offre un’immagine apparentemente priva di azione, un evento fuori campo che però focalizza l’attenzione di un gruppo di persone intente a riprenderlo coi telefonini, creando un’immagine iconica che sposta la notizia dalla rivolta alle sue modalità di rappresentazione.
Per Thomas Struth la contemporaneità è caratterizzata non solo dalla spettacolare velocità dei mezzi di trasporto odierni ma anche dallo spazio virtuale ricreato in continuazione dalle immagini di luoghi dove non siamo o non siamo mai stati, e dove forse mai andremo. Times Square, a New York, diventa una “infosfera” dove i temi dell’informazione, della pubblicità e dell’economia sono i veri protagonisti.
Press Play è la prima mostra ad avere una colonna sonora, realizzata attraverso il concorso soundtrART, vinto da Chiara Luzzana con il suo Fragmento. Ascoltalo qui
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo | Via Modane 16 | Torino
Info: www.fsrr.org | info@fsrr.org