Questo mese inizia la saga per l’osservazione di Marte e Saturno, all’opposizione rispettivamente il 3 marzo e il 20 aprile prossimi, osservabili e fotografabili con profitto entrambi nella seconda parte della notte. È consigliabile osservare e riprendere immagini di Giove appena dopo il tramonto del Sole. Urano e Nettuno sono praticamente inosservabili per la congiunzione con il Sole. Venere è osservabile a ovest come primo astro luminoso serale; alla fine del mese sarà accompagnato da Mercurio.
Una stella doppia al mese
La nebulosa Testa di Cavallo è un oggetto celeste tanto conosciuto quanto elusivo che si trova appena sotto la prima stella a sinistra della cintura di Orione (alnitak). La testa in sé è un insieme di gas e polveri che casualmente hanno preso la forma di una testa equina, da cui il nome. La sua pallida luce ci raggiunge dopo un viaggio di 1500 anni. È di difficile osservazione se non si dispone sia di strumenti idonei (binocoli di grande diametro) sia di un cielo particolarmente buio e trasparente. In ogni caso, solo in fotografia si rivela in tutta la sua bellezza; nelle immagini gli studiosi sono stati in grado di identificare varie zone denominate “globuli di Bok”, dove sappiamo con certezza che si stanno formando nuove stelle.
Nel mese di febbraio, per tutta la notte possiamo osservare la più bella e maestosa costellazione durante il corso dell’anno: Orione. Lì punteremo i nostri strumenti per osservare la stella doppia del mese, Rigel, indicata nelle carte stellari come la stella “beta” della costellazione di Orione. Beta Orionis è la settima stella del cielo per luminosità apparente, in realtà la sua luminosità assoluta è 50 mila volte quella del nostro sole, e la distanza da noi è di 1000 anni luce.
Rigel è una stella classificata secondo i parametri fisico-chimici come una supergigante blu: se fosse portata alla distanza di Sirio (la stella più luminosa del cielo, a soli nove anni luce da noi) la sua magnitudine sarebbe di -10, un quinto di quella della Luna piena, per cui sarebbe visibile anche di giorno. Ma Rigel è una stella giovane secondo i parametri astronomici: avendo solo 10 milioni di anni e bruciando tutta quell’energia non le rimarrà più di un milione di anni prima della sua fine.
Se puntiamo il nostro telescopio verso Rigel è sufficente un apocromatico di 80mm di diametro con ingrandimenti dell’ordine dei 250x, rimarremo incantati dal fatto che questo astro così luminoso è accompagnato da un’altra stella blu molto meno luminosa, circa 400 volte più debole. L’osservazione di questa doppia è davvero suggestiva: mostra una debole capocchia di spillo a contatto con l’irresistibile luminosità della primaria.