Le Orme – CONTRAPPUNTI – Philips 1974
Ai tempi dei Genesis di Peter Gabriel uno dei gruppi rock italiani più amati erano Le Orme.
Dopo un paio di album più o meno beat e dal sound molto anni ’60 (Ad Gloriam e L’Aurora), Le Orme trovarono la strada maestra del pop britannico e si riproposero con il primo vero album di rock progressivo italiano. Era il 1971 e il disco si intitolava Collage.
Si trattava di un ottimo lavoro, col quale il gruppo di Mestre dimostrò che si potevano brillantemente sommare rock inglese e melodia italiana.
Nel paesello a forma di stivale fu come una bomba. A causa dell’hit Sguardo verso il cielo contenuto nel 33 giri, i complessi spuntarono come funghi. Io tra i cugini più grandi potevo vantare due batteristi e un tastierista. L’anno dopo, nel 1972, Le Orme superarono il successo precedente con Uomo di pezza. Un album che aveva tutte le carte in regola per sfondare: una bellissima copertina di Mazzieri; un suono straordinario; e Gioco di bimba, inevitabilmente destinata a diventare un’evergreen della canzone italiana. Senza contare tutto il resto, da La porta chiusa a Figure di cartone.
Nel 1973 uscì Felona e Sorona, che considero il peggior disco delle Orme del periodo progressivo: noioso, pretenzioso e con un brutto suono. Era il periodo del concept magniloquente.
Per un errore, poi ammesso dalla Charisma, fu tradotto da Hammill per il mercato inglese. Fiasco inevitabile. In Italia invece andò bene e diede il via a una serie di trionfali concerti con scenografie e luci alla Genesis. La Philips all’inizio del 1974 sfruttò l’occasione pubblicando il terribile In concerto, che vanta due primati. Il primo è quello di essere il primo live di un gruppo italiano. Il secondo consiste nell’essere il più brutto live nella storia della musica italiana. Sbagliatissima la scaletta e con un suono da baraccone di Luna Park del tipo “venghino siori e siore!”.
C’era di che essere preoccupati.
Finalmente a fine 1974 fu pubblicato Contrappunti. Le tre Orme per l’occasione erano diventate quattro per l’aggiunta di Reverberi. Contrappunti era un eccellente esempio di progressive. Inoltre fino a quel momento dimostrava di essere anche il disco più originale. Il più coraggioso.
Non tutti i brani erano capolavori, ma le cose belle c’erano. Dal pezzo d’apertura omonimo con vaghe reminiscenze di Rimskij-Korsakov a Frutto acerbo, da La fabbricante d’angeli a Maggio. Aliante divenne subito la sigla di una trasmissione televisiva. Nonostante ciò il disco non piacque.
Perché? Non chiedetelo a me. A me piaceva.
Poi per Le Orme non fu più progressive fino al 1996, con Il fiume.