L’interesse da parte dei giovani e dei coreani benestanti per la moda è un fenomeno in crescita nella Corea del Sud. Lo si vede dall’alto numero di coreani che si incontrano in Italia alle sfilate milanesi o a Pitti Uomo e dalla loro forte passione per tutto ciò che è made in Italy. Ma probabilmente, negli ultimi mesi, quando pensiamo alla Corea la prima cosa che ci viene in mente è il rap più cliccato su Youtube ovvero Gangnam Style di Psy.
La canzone e il balletto inventati da Psy sono diventati uno dei tormentoni più famosi al mondo, a tal punto che Barack Obama l’ha voluto a Washington per il tradizionale concerto di Natale. Il titolo di questa canzone s’ispira al quartiere più chic di Seoul, Gangnam, e il video non è altro che una goffa parodia dei comportamenti dei nuovi ricchi coreani. L’artista e dissidente cinese Ai Weiwei ha realizzato la sua versione del video dal titolo Caonima Style che tradotto in mandarino ha anche il significato di un insulto, chiaramente indirizzato al governo cinese. Infatti nel 2011 Ai Weiwei è stato imprigionato per 81 giorni, ufficialmente a causa di problemi col fisco, in realtà per il suo attivismo politico.
Nel video l’artista cinese, indossando una t-shirt rosa, circondato da due belle ragazze, sfodera a un certo punto un paio di manette. Per questo motivo il video, poco dopo la sua pubblicazione on line, è stato censurato dal governo cinese. La censura è stata il motivo per cui anche l’artista indiano Anish Kapoor ha deciso di realizzarne una sua versione a sostegno di Ai Weiwei e della libertà di espressione. Nel remake l’artista indiano indossa una camicia rosa e le stesse manette brandite dall’artista cinese. Sul suo volto e su quello di altri ballerini ci sono le maschere di persone perseguitate e prigionieri politici e la bocca è coperta da un nastro adesivo.
La nuova rielaborazione è diventata così un inno alla libertà di espressione, sostenuta da Amnesty International e dai musei d’arte contemporanea di mezzo mondo. Come reagiranno le autorità cinesi di fronte a questo nuovo video? Kapoor non se ne preoccupa tanto, più che convinto che questa battaglia si possa combattere solo uniti: “come nella maggior parte dei casi esiste una soglia critica. Se ci saranno abbastanza persone interessate, arriveremo anche in Cina. Credo che i governi non saranno in grado di fermarlo”.