Massimo Piazzi ha 47 anni. Da sempre vive nella Val di Fiemme, in Trentino, prima con tre fratelli e una sorella, la madre e il padre – che però li ha lasciati molto presto – poi con la moglie Nicoletta e tre splendide figlie, Arianna, Elisa e Giorgia. Tanta gente sempre intorno, vita molto affollata. Per professione, e anche per convinzione, è vicedirettore di una banca di credito cooperativo.
Parlaci del tuo fare fotografia.
È una passione che coltivo da molti anni, nei miei scatti provo a raccontare storie – di persone, di luoghi. Per questo amo viaggiare e incontrare gente. Ho sempre ammirato molto chi è stato capace di coltivare le proprie passioni senza calcoli e senza seguire mode o convenzioni. Apprezzo le persone semplici, sincere e con valori autentici… così ho iniziato a osservare e a conoscere pastori, contadini, artigiani, ho iniziato ad ascoltare le loro storie, a fotografare i loro visi e i loro gesti, e poi i luoghi, i greggi… il loro mondo. Che mi piace e mi affascina. Ho fatto un workshop sulla lavorazione del Bitto (un formaggio dalle origini antichissime, ndr) in Valtellina e poi un tour in Tunisia, dove ho fotografato il mercato del bestiame di Douz e i pastori nel deserto, tante cose si sono aggiunte alla mia ricerca.
Persone, animali, paesaggi: in base a quali sensazioni scegli il bianco e nero o il colore?
Amo il bianco e nero, che di solito è la mia prima scelta, opto per il colore quando aggiunge qualcosa al racconto, ad esempio un paesaggio autunnale o il copricapo tipico di un personaggio sudamericano. Uso il colore se voglio esprimere gioia e freschezza, e quando cerco di dare un senso di modernità. Poi comunque spesso vado a intuito. Laddove linee, curve e ombre sono protagoniste, il bianco e nero per me resta la miglior scelta, così come nel ritratto per i visi più espressivi.
Hai una foto “preferita”, alla quale sei particolarmente legato?
No, dipende dai momenti, dal mio stato d’animo, ma se proprio devo indicarne una scelgo la foto in bianco e nero del gatto tra due cani scattata in India. L’ho intitolata Tolleranza.
Attività passate presenti future?
Ho alcuni progetti in mente per i prossimi mesi… ho concluso da poco una collettiva sul tema della pastorizia e dell’allevamento in estate ho esposto una serie di ritratti di bambini indiani e peruviani, ho intitolato la mostra “Loro ci guardano” un messaggio per noi adulti, per acquisire la consapevolezza che i nostri comportamenti incidono sul loro futuro più delle nostre parole. E le mie foto sono state scelte per una mostra scientifica sulla mano all’interno del nuovo Museo di Scienze Naturali di Trento (MuSe).
Il sito internet di Massimo Piazzi: fiemme.500px.com