Fuoco sotto la cenere! Una fiamma invisibile, assopita, eppure sempre pronta a scaldare di protagonismo. A fare della sua indole lo spunto per infinite storie di moda. Di design. È il ferro – battuto, inciso, lavorato, grezzo – tornato, prepotentemente, a sottolineare il bello e la dinamicità della sua anima. Non certo leggera. Non certo facile, eppure capace nel tempo di reinventarsi per generare un’idea sempre nuova di arredo.
Raffinata quella di De Castelli che lavora il metallo come fosse delicatissimo oro. Il risultato, arredi che plagiano gli spazi, li sottomettono imponendo il proprio carattere. Sono lastre o fili di metallo che magicamente diventano trame ricamate; diventano vasi e portavasi; divisori, fioriere o lampade. Diventano tavoli e sedute pensati per tête-à-tête con la natura. A disegnarli, nomi illustri del design moderno come Aldo Cibic, Michele de Lucchi, Ramon Esteve e Ron Gilad.
Durante l’ultimo “Fuorisalone” di Milano l’artista-designer israeliano ha divertito con il suoi giochi di ferro. Ha utilizzato la materia a mo’ di pennarello disegnando inconsistenti profili di case. Il risultato, puramente evocativo, si staglia fra arte e design. Una dimensione ibrida, meta-funzionale, dove la plasticità del materiale si presta a giochi estetico-culturali. Ron ama strumentalizzare il ferro per abbattere i confini delle percezioni più spontanee. Curiosi i suoi portafiori e vassoi che rompono ogni schema logico pregresso lanciando aperture verso l’ignoto, verso il confine tra vero e fantastico. È proprio lì che si incontrano Gilad e Baldereschi. Entrambi creativi, entrambi appassionati della materia che utilizzano con ironia. Quell’ironia che Alessandra adopera in Fil de fer, divertente progetto di tavoli e sedute dove la materia cede il passo all’illustrazione della propria immagine.
Il tema del ferro, Milano lo sviluppa in una mostra: Tra martello e incudine – Design e artigianato del ferro battuto, un racconto fra storia e competenze di settore, ma anche esercizi di stile per catturare la sua attualità. In campo il designer Giulio Iacchetti insieme a quattro colleghi (Federico Angi, Carlo Contin, Dunja Weber e Studio 4P1B). Da nord a sud il leitmotiv non cambia. È infatti pugliese il progetto Centrini dell’architetto Vinella, che lavora il fil di ferro come fosse cotone o forse seta per recuperare i disegni tipici dell’uncinetto. Il risultato è un’esplosione di cultura popolare spogliata del vecchio. È una serie di decorazioni e complementi di arredo trasformate in infinite serie di sottopentole, sottovasi, sottopiatti, centrotavola e tutto quello che la fantasia può ispirare, comprese inedite forme di wall-art!