Tra il 2012 e il 2013 Axel Hütte, fotografo tedesco annoverato tra i più significativi esponenti della Scuola di Düsseldorf, si è dedicato a una residenza d’artista nell’area dell’Appennino modenese, durante la quale ha scattato immagini finora inedite. Queste, come altre stampe di grande formato appartenenti alle serie Glaciers (1997-2002), Water Reflections (1998-2007), Caves (2008) e New Mountains (2011-2013) saranno esposte fino alla fine di giugno al Foro Boario di Modena, location distaccata di Fondazione Fotografia i cui spazi dell’ex Ospedale Sant’Agostino stanno subendo un importante restauro riqualificativo.
Il grande formato delle diciannove fotografie permette di percepire in modo immediato e trasparente la concentrazione dell’artista sui temi del paesaggio naturale, condotti spesso con un approccio stilistico neutro proprio della fotografia documentaria ed enfatizzato dalla passione per i viaggi in ogni parte del mondo. Alla fine degli anni Novanta egli si interessa in particolare ai luoghi incontaminati – ghiacciai artici, foreste equatoriali, deserti e flussi d’acqua – dove è completamente assente ogni traccia umana e in cui il punto di vista del fotografo è sempre volutamente ambiguo: a volo d’uccello o sfacciatamente frontale, lo sguardo guida l’osservatore in un mondo onirico e irreale, un mondo popolato di fantasmi che suggeriscono il titolo dell’esposizione e che danno un senso di mistero a tutta l’opera.
Lunghi tempi di esposizione e atmosfera sospesa caratterizzano ogni fotografia, sono un filo conduttore che attraversa tutte le serie di Hütte le quali, d’altra parte, si diversificano nettamente nelle rappresentazioni e nella loro resa, che potremmo definire “sensoriale”: i particolari dei ghiacciai, solcati da bagliori bluastri e ricchi di trasparenze, sembrano emanare gelo perenne; i riflessi di Water Reflection ci trasportano in un sogno surreale dominato da tracce mobili ed evanescenti come le visioni che producono gli specchi. Accostato spesso a grandi artisti del passato, da Claude Monet con le sue Ninfee ai quadri informali di Mark Rothko con le campiture di colore che possono essere state un modello – non si sa fino a che punto consapevole – per le fotografie di Caves, Axel Hütte riesce a raccontare con la sua fotocamera i protagonisti nascosti dei paesaggi, a svelarne i segreti e a metterne in luce le verità. “La verità – conclude l’artista – risiede nello sguardo dell’osservatore”.
A sedici anni di distanza dall’ultima personale in Italia, a Hütte si renderà ora un doppio omaggio: dopo la mostra di Modena sarà allestita in giugno, presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia – in contemporanea con Biennale Architettura – un’altra mostra dove si potranno vedere una serie di opere che hanno per soggetto i palazzi veneziani, realizzate anche in questo caso appositamente per l’esposizione.
Axel Hütte. Fantasmi e Realtà
12 aprile-29 giugno 2014
Modena, Foro Boario
a cura di Filippo Maggia
in collaborazione con
Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
Fondazione Fotografia Modena
Tel 059 239888 | 335 1621739