Avete visto Fruitscape? Per me è l’oggetto per eccellenza, così elegante, armonioso, è veramente l’oggetto di design più bello del secolo. Appoggiarvi un frutto è un rito, sembra quasi venga avvolto quando va ad adagiarsi in quello spazio studiato per lui. Un oggetto geniale pensato da un genio del design quale è l’architetto Stefano Giovannoni. Devo dire che ho un debole per gli oggetti firmati da Giovannoni e ogni volta, ancora adesso, che mi trovo in un designstore e prendo in mano un pezzo dicendo “questo è mio” stranamente dietro c’è la sua firma.
Architetto, buona parte delle sue creazioni accenna a qualcosa di tondo, di morbido…
Il mio focus non è mai stato il linguaggio ma la comunicazione. I miei oggetti spesso assumono forme organiche perchè utilizzo l’analogia con elementi naturali come strumento di comunicazione. Il mio intento era quello di trasferitre all’interno del progetto elementi figurativi che nel contesto design erano stati relegati dal movimento moderno in poi, nella sfera del kitsch. Il grande pubblico è sempre stato attratto dagli oggetti figurativi che compaiono in tutte le case della gente comune.
Un mondo a colori il suo…
Mi interessa che l’oggetto abbia un suo sex appeal e per questo il colore è un elemento determinante. Penso sia possibile pensare un oggetto attraverso il colore e darne così una prima definizione emozionale.
Come arriva all’utilizzo della plastica?
La plastica è il materiale industriale per eccellenza, attraverso l’utilizzo della plastica puoi creare oggetti emozionali e sensoriali per una larga fascia di pubblico. La plastica permette di dare a un oggetto la massima flessibilità formale ma soprattutto concettuale, creare quindi oggetti veramente mediatici.
Trovo, che con Alessi, lei abbia liberalizzato il design
Il primo oggetto che ho disegnato per Alessi, il vassoio Girotondo, ha cambiato il DNA dell’azienda. Il suo grande successo commerciale ha battuto ogni record di vendite nel mondo del design, aprendo l’azienda a un target di consumo più ampio e meno elitario, che porterà subito dopo all’avvento dei prodotti in plastica. L’Alessi, attraverso questo processo, si trasformerà radicalmente: dall’azienda di edizioni degli anni Ottanta a un’azienda evoluta e capace di interagire soprattutto con il pubblico più giovane.