Il legno grande alleato di De Lucchi. Sembra che lei entri in armonia con questo materiale naturale e lo manipoli. E’ così?
Il legno mi piace più di qualsiasi altro materiale proprio perché viene dalla terra e nasce dalla natura. L’architettura deve sempre mantenere un legame con ciò che la circonda e spesso la materia aiuta a farlo. La bellezza del legno deriva anche dal fatto che più si lavora, più si adopera e si conosce e più nascono nella testa possibili invenzioni e modi di trattarlo. Insomma non si è mai finito di progettare il legno.
Nelle sue realizzazioni il vetro gioca con la luce naturale. Grandi vetrate che danno la sensazione di vivere direttamente l’esterno…
Il vetro è un altro materiale che esiste per far dialogare lo spazio artificiale dell’uomo con quello naturale del paesaggio. Nell’organizzazione dello spazio di un interno la percezione del contesto è fondamentale perché l’uomo continui a sentirsene parte. Una delle mie ultime opere, la cappella di San Giacomo ad Auerberg in Germania, è un piccolo interno completamente chiuso in sé stesso, dove solo la luce filtra dalla finestrelle in legno. Qui lo scorcio sul paesaggio è riservato a un oculo vetrato sul muro di fondo, da cui è visibile la croce piantata nel campo che circonda la cappella.
Legno e luce mi fanno pensare all’ingresso della Biblioteca civica di Lodi, per me un’opera d’arte. Come coniugare spazi immensi con la funzionalità di un servizio per la comunità non lasciando nulla al caso?
La risposta è nel progetto di adeguamento architettonico, dove una biblioteca è oggi intesa come luogo di consultazione e del prestito librario ma anche come momento di aggregazione sociale. Nel rispetto dei vincoli architettonici sono state messe in comunicazione le celle di quella che era la dimora dei Padri Oratoriani in modo da garantire l’orientamento del visitatore. Per la fruizione dell’interno dell’edificio è stato creato un percorso ad anello. Le funzioni di biblioteca e di centro civico sono state separate e destinate a due aree differenti. Il nuovo portale in legno e vetro collega via Solferino con corso Umberto, arricchendo la Biblioteca della valenza di luogo di transito all’interno della città.
Parlando di luce, come non pensare a Tolomeo, così attuale “nonostante l’età”. Un grande successo che continua nel tempo
Dico sempre ai miei studenti di copiare questa lampada senza paura di essere criticati. La Tolomeo stessa è copiata dalla Naska Loris, dalla Tizio, dall’Anglepoise e da tutte le più efficienti lampade a braccio che sono nate prima della mia.