Alessandro Guerriero è il personaggio più poliedrico nel quale mi sono imbattuta. Il suo pensiero è un turista instancabile del pianeta creatività. Guerriero è il Design.
È tra i fondatori della Scuola TAM TAM, che di seguito ci racconta, un progetto di “non scuola” del design.
«La Scuola TAM TAM si occupa di attività visive e non è, innanzitutto, una scuola, perché non ne prevede il flusso più tipico, che è il passaggio di nozioni, modelli, tecniche e metodi da un piccolo gruppo che sa verso un grande gruppo che non sa.
La Scuola TAM TAM non appartiene a colui che sa, né a colui che non sa, non si svolge tramite insegnanti e allievi. Si svolge proprio fra coloro che assieme intendono scoprire e scegliere nozioni, modelli tecniche e metodi che gli si addicono.
La Scuola TAM TAM non ha struttura. Non è collettiva, non è obbligatoria, non è autoritaria, non è statale, non è borghese, non è operaia, non è ideologica. Non provoca partecipazione e nemmeno acculturazione: non trasmette messaggi in codice. Può esserci o non esserci: è un evento naturale, quando c’è induce a comportamenti di vita propri e differenziati. È amorale, originale, discontinua, classica, destrutturata. Suo fine strategico è che ogni uomo possa produrre e consumare la sua imprevedibile attività mentale come fenomeno di comunicazione spontanea, da solo o in gruppo. Suo fine tattico è l’eliminazione della didattica istituzionale. Non avviene per accumulo, ma per azzeramento. Suoi riferimenti sono i bambini, le avanguardie, i paranoici, i selvaggi, gli umanisti, le culture arcaiche, i classici lontani.
La Scuola TAM TAM, in particolare non è fatta di edifici scolastici belli o brutti. Non si applica a orario fisso dentro le classi, ma è latente dovunque. È uno spazio virtuale, psicofisico, che ciascuno sempre possiede.
La Scuola TAM TAM, in definitiva, consiste nella non esistenza della scuola stessa.»
Breve biografia: Docente al Politecnico di Milano, presidente della Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Nel 1982 vince il Compasso d’Oro. È tra i fondatori di Alchimia. Ha collaborato alla redazione e all’art direction della rivista Domus ed è stato direttore di Decoration International. Nel 1988 ha pubblicato OLLO – Rivista senza Messaggio. Sue opere si trovano al Museo d’Arte Moderna di Kyoto, al Twentieth Century Design Collection e al Metropolitan Museum di New York, al Museum fur Angewandte Kunst di Vienna, al Groningen Museum in Olanda, al Louisiana Museum fur Moderne Kunst, il Kunstmuseum di Düsseldorf e il Museum of Modern Art di Boston. Ha tenuto lezioni in numerose università italiane ed estere. Nel 1995 fonda Futurarium e nel 1996 il nuovo atelier Radiosity; lo stesso anno si occupa del progetto del nuovo Museo Benetton con Oliviero Toscani. Nel 1997 fonda la Cooperativa del Granserraglio con alcuni detenuti in semilibertà.
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