Il mese scorso, Celestino Pes ha intervistato Roberto Baldazzini. In un gioco di specchi, è la volta di Baldazzini che intervista Pes: disegnatore il primo, sceneggiatore il secondo, insieme hanno lavorato alle opere Chiara Rosenberg, Come ciliegie, La fortezza del dolore, Fondazione Malone, Ines la ragazza pneumatica.
Quando hai iniziato a scrivere? Quale è stata la molla che ti ha spinto verso la scrittura e in particolare verso i fumetti?
Ho cominciato a scrivere quando ho accidentalmente incontrato un editore disposto a pubblicarmi. Non c’è stata nessuna gavetta. Francesco Coniglio, che avevo conosciuto a causa del nostro amore comune per la musica, mi aveva esortato a scrivere degli articoli per Blue. Io li ho scritti e lui li ha pubblicati. Poi lo stesso è accaduto con racconti e sceneggiature. In pratica sono stato scoperto da Coniglio. Lui ama fare il talent scout. Sono relativamente poche le cose che ho scritto e che non sono state stampate in Italia o all’estero. Riguardo ai fumetti, ho anche avuto la fortuna di lavorare subito con Baldazzini. In pratica ho sempre cercato di realizzare dei tipi di storie che avrei voluto acquistare, ma che non trovavo in vendita. Nessuno faceva i fumetti che sarebbero piaciuti a me, di conseguenza me li sono fatti io. Non amo e non amavo particolarmente né il mainstream seriale, né il fumetto che viene considerato molto artistico. Ho sempre seguito i miei gusti e le mie convinzioni, però cercando di rispettare la personalità dei disegnatori.
Quali atmosfere prediligi?
O cupe o comiche. Per cupe intendo alla Satanik, che considero uno dei fumetti migliori in assoluto. Mentre per comiche posso citare il primo Alan Ford, Crumb o i Freak Brothers di Shelton. Sempre una comicità intelligente e non fine a se stessa.
Hai uno spiccato interesse a raccontare di personaggi femminili, quali caratteristiche hanno?
Si, mi piacciono molto i personaggi femminili. Forse perché ho sempre trovato noiosissimi e un po’ ridicoli i personaggi maschili eroici e “tutti d’un pezzo”. Le mie donne di carta rappresentano un certo tipo femminile che ho sempre sognato e vagheggiato fin dalla pubertà, ma che però spero proprio di non incontrare mai nella realtà, cioè “la belle dame sans merci” estremamente elegante, raffinata e ovviamente molto sexy e crudele. Questo a volte viene fuori senza mezze tinte come con Magenta, mentre altre volte è più sfumato, come nel caso di Chiara Rosenberg.
Quindi la dimensione erotica ti è congeniale
Con personaggi così viene fuori da sola, infatti sarebbero erotici già in partenza anche se non si spogliassero. Non dipende da quanto si mostra. Per me anche Satanik era erotica, o la Bionda di Saudelli che di nudo mostrava solo i piedi, anche se solo andrebbe scritto virgolettato.
Come è stata la tua collaborazione con Baldazzini e poi con Guerra?
Molto positiva con entrambi, anche se diametralmente opposta.
Baldazzini era già famoso e ha valorizzato me. Con Guerra è successo il contrario. Sono io che l’ho scoperto e accompagnato creativamente facendolo conoscere e apprezzare. Baldazzini in senso professionale “sapeva tutto delle donne”, perciò ad esempio potevo scrivere di qualsiasi capo d’abbigliamento o accessorio e lui li disegnava correttamente. Guerra invece non sapeva nulla e all’inizio mi sbagliava un’infinità di cose. Con Baldazzini le prime uscite sono state italiane, mentre con Guerra abbiamo iniziato direttamente con altre lingue.
Vorrei almeno citare anche un altro bravissimo disegnatore, con cui mi sono trovato molto bene: Andrea “Lupo” Tonsig. Con “Lupo” ho realizzato tra le altre cose la serie Deli-X-Rama, che però fino ad ora non ha avuto l’esito sperato. Ma non è ancora detta l’ultima
Sempre parlando di fumetti hai delle storie che ti piacerebbe raccontare, e con chi eventualmente? Progetti futuri?
Ho un progetto a cui tengo in particolar modo, che mi è rimasto nel cassetto. Si tratta di una situazione che si potrebbe sviluppare in varie storie, anzi in una vera saga. Una sorta di fantascienza antiutopica. Ma non ne voglio parlare troppo. Ho paura che mi rubino l’idea.
Chi potrebbe disegnarla? Non lo so. Il problema vero secondo me è: chi potrebbe pubblicarla?
Il progetto futuro a cui sto lavorando è una collaborazione con Baldazzini e riguarda la bellissima e spietata Sadia. Un nuovo personaggio femminile crudele che mi è molto congeniale. La prima storia dovrebbe intitolarsi Nerissimo.