di Petra Cason
Con lui se ne va un secolo di storia del design: Luigi Caccia Dominioni ci lascia il 13 novembre 2016, all’età di 102 anni, ma di lui rimane un patrimonio pressoché inesauribile. L’architetto, urbanista e designer, nato nel 1913 da una nobile famiglia milanese, formatosi al Politecnico della sua città natale, ha speso la propria vita dedicandosi alla progettazione e allo studio di soluzioni che coniugassero la profonda conoscenza dei materiali e della loro lavorazione con un’inesausta passione per le forme essenziali e funzionali. In oltre ottant’anni di attività, i suoi raffinati oggetti e componenti d’arredo hanno fatto la storia del design italiano, stando al passo, e talvolta superando, gli sviluppi sul campo a livello internazionale. Nel decennio che segue il secondo dopoguerra, Caccia Dominioni si immerge nella progettazione serrata, tanto architettonica quanto nei componenti d’arredo, in un’Italia alla ricerca di un nuovo approccio produttivo, e lo fa confrontandosi con le aziende bisognose di riprendere la propria attività e un artigianato in grado di mettere in campo le risorse migliori.
Dopo l’esperienza degli anni Trenta e Quaranta a fianco dei fratelli Castiglioni e la partecipazione a diverse Triennali dove emerge la sua tendenza all’innovazione, Caccia Dominioni è tra i progettisti che, allontanandosi progressivamente dal binomio “economico – povero”, cominciano a produrre mobili e oggetti d’arredo di prestigio lanciati sul mercato a un costo elevato. La seduta Catilina, ideata nel 1958 da Caccia Dominioni, riassumerà tutte le caratteristiche di questa fase del design italiano di metà Novecento, unendo in sé la leggerezza stilistica, la natura polimaterica del componente d’arredo, e la sobria ma ferma ripresa di accenti del passato, tornati ad essere nuovamente attuali, facendosi così portavoce di Azucena, che andrà a realizzarla.
L’azienda, fondata nel 1947 da Caccia Dominioni assieme a Gardella e Magistretti, diventa una sorta di Wiener Werkstätte italiana degli anni Cinquanta, permettendo alla nuova borghesia italiana di rispecchiarsi in questi prodotti di design e, perseguendo l’esempio dei migliori arredatori europei da Hoffmann ad Aalto, di consentire di isolare i pezzi più riusciti di un specifico progetto di arredamento, diventando oggetti autonomi sul piano di vendita. Una seduta essenziale in ferro forgiato, Catilina, che si ispira nel nome e nella forma agli antichi tripodi: tre tondini verticali raccordano il ferro di cavallo che fa da piede alla struttura con il piano della seduta ovale, che accoglie un cuscino in gomma ricoperto di pelle. Sulla sommità la piattina, sintesi estrema dello schienale, ruota appena lungo le estremità, concludendosi in una coppia di braccioli rialzati, che si specchiano nella forma conchiusa della base.
Negli anni Catilina diventa oggetto di numerose rivisitazioni, che ne variano le dimensioni (bassa, molto simile a una poltrona, o più piccola, da tavolo) e le finiture dei materiali, ribadendo il suo ruolo di icona di stile del design internazionale, anticipando la tendenza al recupero di elementi iconografici del passato, e l’adesione alle forme e i motivi propri dell’avanguardia delle arti visive, in grado di influenzare sensibilmente la produzione seriale dei decenni a venire.
Copertina: Luigi Caccia Dominioni, Catilina, 1958