Qual è il segreto nell’educazione dei bambini? Cosa alimenta il loro entusiasmo nel continuo processo di apprendimento? Colui che ha risposto in modo eloquente a questa domanda, e ne ha costruito un vero e proprio metodo educativo, è il celebre artista, nonché designer e scrittore, Bruno Munari (Milano 1907-1998). Egli individua nella sorpresa l’elemento in grado di stimolare i bambini e di proiettarli verso il sapere. La cultura, secondo Munari, “deriva in effetti dalle sorprese, ossia cose prima sconosciute”. Creatività dunque, a discapito dell’osservazione passiva e non interattiva utilizzata dai metodi educativi tradizionali. Attraverso il gioco rivolto all’arte, si dà modo al bambino di apprendere in modo flessibile e di migliorare le sue capacità di risoluzione dei problemi.
Su queste basi si sviluppa l’opera didattica di Munari, a partire dalla fine degli anni ’40, in cui scrive i primi libri per l’infanzia, inizialmente pensati per il figlio Alberto. Più tardi rivolge la sua attenzione alle prime fasi dell’infanzia, ossia ai bambini che non sanno ancora leggere e scrivere, proponendo i Prelibri. Si tratta di un’opera pubblicata per la prima volta da Danese nel 1980 e costituita da una raccolta di 12 libricini di 10 x 10 cm, grandi in proporzione ai loro piccoli proprietari. Ognuno dei libri è realizzato con materiali diversi e contiene una sorpresa che non è rappresentata da un testo, come ci si aspetterebbe da un libro, ma da immagini e sollecitazioni tattili di vario tipo. Attraverso i Prelibri e un approccio plurisensoriale, i bambini acquisiscono familiarità coi libri, imparano a sfogliarli e ad associarli a qualcosa di curioso. Senza dimenticare il loro primo graduale contatto con l’arte e con le stimolazioni che ne derivano. L’obiettivo è quello di incanalare lo stupore verso oggetti utili ed educativi, utilizzando la creatività e l’immaginazione come strumenti per sviluppare una certa attitudine all’elasticità mentale.
Munari è curioso, si diverte a stupire i bambini e a osservarne le reazioni. Lo fa, nelle vesti di educatore, nei laboratori “Giocare con l’arte” da lui ideati a partire dal 1977 presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Ma lo fa anche come artista e designer realizzando una moltitudine di opere e giocattoli fra cui i libri illeggibili, il gatto Meo e la scimmietta Zizi, la Tavola Tattile, il Libroletto e tanti altri.
L’interesse di Munari per l’infanzia e la sua attenzione verso l’educazione nascono da una riflessione sulla società che egli trova omologata e ripetitiva. Per porre fine a questo stato catatonico, il designer propone una diffusione capillare di creatività, nell’intento di coltivare cittadini consapevoli e capaci di produrre cultura e nuova conoscenza.
Il pensiero di Munari, insieme al suo metodo, risultano sempre attuali e fanno riflettere non solo in termini educativi, ma anche filosofici. L’arte può salvare la società dal suo immobilismo culturale? Lasciamo che a rispondere siano i bambini.
Copertina: Bruno Munari, Prelibri, Milano, Danese, 1980