di Elide La Vecchia
L’immagine è nota. Qualche anno fa veniva anche utilizzata sulle copertine dei quaderni e dei diari, nei poster e sulle cartoline; icona senza luogo e senza tempo, impilata nella casuale orgia d’immagini tra volti di Marilyn e improbabili isole esotiche; ora il suo uso ‘commerciale’ è un po’ scaduto. L’immagine è quella della Biblioteca di Holland House, una delle più preziose dell’Inghilterra, bombardata nel settembre del 1940.
Nonostante il bianco e nero della fotografia, si intuisce quanto sia stridente quel cielo visibile, quell’aria che entra dal tetto squarciato, perturbanti presenze dentro un luogo abitualmente protetto, intimo. C’è un suono dentro quella foto, lo stesso suono di una muta ferita su un corpo indifeso.
Eppure anche le immagini, quelle che appartengono alla nostra narrazione culturale e storica, mutano la loro simbologia, perché muta il nostro modo di guardarle. Quelle mura corollate e quello squarcio non ci sembrano più così assurdi, come ci sembravano un tempo.
Ancora surreali sono invece quei tre uomini che si muovono assorti dentro quel luogo distrutto, come niente fosse accaduto, come se quello squarcio terribile non li sovrastasse. Uomini che maneggiano con cura volumi preziosi lasciati senza riparo.
Vista dal nostro mondo quella fotografia diventa attuale: non solo la rappresentazione dell’assurdità della guerra, ma anche la materializzazione della nostra contemporaneità, che delle biblioteche e dei libri sempre più si disinteressa.
Da tempo il libro non è più materia sacra, il libro è divenuto un oggetto, oggetto tra tanti; qualcosa che si usa, si consuma, si spreca. Per questo ci sembrano creature astratte quegli uomini a caccia di libri dentro un luogo devastato. A volte però la distruzione può servire a nuove rinascite: se il libro non è più sacro, se non è più ‘divinità’, allora deve appartenere in tutti modi all’umano ed è attraverso l’umano che deve rinascere.
Un utilizzo più dinamico e sociale, l’attenta cura del luogo e della sua fruibilità, la promozione di attività come la lettura ad alta voce, possono salvare le biblioteche e i libri dall’abbandono e dalle macerie: cerchiamo di essere ottimisti.
Per dovere di cronaca aggiungo che al posto della Biblioteca di Holland House sono sorti un parco e strutture culturale e ricreative. Per dovere di cronaca devo segnalare la voce di chi sostiene che quei tre uomini ritratti non siano appassionati lettori, ma periti di un’assicurazione intenti a valutare i danni.
Il Libro è morto, viva il Libro!
Copertina: Biblioteca di Holland House bombardata nel settembre del 1940