Sette, un numero che appare spesso nelle osservazioni dei fenomeni naturali (di ogni tempo e luogo), tra i quali la massima espressione è il rapporto con il ciclo lunare. Gli uomini hanno trasferito nella vita quotidiana e nella religione tale numero a cui attribuivano poteri soprannaturali: esso veniva replicato sia per comodità di controllo degli eventi sia per dare maggior valore alle convenzioni, alle norme e anche alle decisioni in varie materie.
Così la settimana è composta da sette giorni quale conseguenza dell’osservazione del ciclo lunare e quindi del suo necessario controllo per la vita dei contadini, e gli antichi romani utilizzavano il numero sette come catalizzatore di potere e saggezza: in diversi collegi, sia laici (ad esempio i giudici “septemviri”) sia religiosi (ad esempio i “septemviri epulones”), i componenti erano infatti sette.
È tuttavia nelle arti che il sette esprime tutta la sua forza, dall’architettura alla pittura, alla musica e alla poesia (come nel D’Annunzio di Laus Vitae). Ma è nella pittura e nella musica che quotidianamente possiamo vedere e sentire indissolubili legami, connessioni eterne e immutabili, relazioni matematiche che governano azioni e reazioni: infatti sette sono i colori dell’arcobaleno e le note nella scala maggiore.
Invisibili e immutabili regole naturali per le quali è forse possibile definire il bello assoluto quale sequenza armoniosa di gradi cromatici o tonali. La sequenza di gradi non in armonia può creare nell’ascoltatore di un brano musicale una forte sensazione di fastidio, come ad esempio un senso di opera incompiuta o anche uno stridore, mentre la composizione armonica può portare molto lontano, come nel caso dell’incantatore di serpenti.
L’armonia dei colori in natura può valere quale trappola mortale o come richiamo per la riproduzione; al contrario la dissonanza cromatica può dissuadere dall’avvicinarsi alla preda.
Sette, per fermoeditore, rappresenta oggi l’unione del passato e del futuro, il legame delle esperienze, delle sconfitte e delle vittorie, il punto di transito di un percorso in cui cerchiamo come sempre di armonizzare con immagini e parole i migliori sentimenti che tutti abbiamo, nonostante ultimamente siamo sempre più sommersi da un sistema di vita che viene governato non dal numero sette, come la natura vorrebbe, ma purtroppo dal sei sei sei dell’umana malvagità.