Fotografia e cibo. Rappresentare il cibo in fotografia è una pratica vecchia come la fotografia stessa. I modi di rappresentarlo hanno subito enormi cambiamenti nel corso dei decenni e si sono adeguati agli stili di vita e alle mode del momento: siamo passati dalle “nature morte” alle immagini iper-bucoliche degli anni Ottanta utilizzate in pubblicità, a quelle minimal-country-chic attuali dove a spopolare sono la ricerca di uno stile sempre più raffinato volto quasi a sublimare il cibo stesso, o forse ancor meglio lo “concettualizzano” con immagini che per assurdo non lo ritraggono ma ne “rendono l’idea” attraverso un ramo, che ne so… d’alloro, su un fondo di rovere e un piccolo vaso con terra smossa e quattro ravanelli in “fragranza” all’interno e il “fuoco selettivo” che magari esalta la foglia verde del ravanello stesso.
Apro una parentesi: io adoro la fotografia di food contemporanea e il mio obiettivo in questo post non è certo quello di volerla deridere e sminuire. Anche perché è uno dei pochi settori della fotografia assieme alla moda che ancora “tira” e lo fa anche piuttosto bene. Chiudo parentesi.
Dove eravamo… ah sì, la fotografia di food.
Proprio grazie a questa attuale “concettualizzazione” del cibo nella fotografia e anche grazie alla cultura, sempre più diffusa, di cercare d’identificarsi con un preciso stile di vita alimentare, fa sì che il famoso cliché “siamo quello che mangiamo” oggi sia più attuale che mai.
Ted Sabarese, di questo, ha capito l’intrigante messaggio e ha voluto rappresentarlo.
Ora… onestamente non so bene cosa abbia ispirato Sabarese a realizzare per immagini un concetto del genere; non so se sia stata una notte di incubi alimentari piuttosto che un documentario sull’evoluzione della specie o più semplicemente la scienza alimentare; non ne ho la più pallida idea. Fatto sta che la serie di immagini che poi ha creato – se da una parte ricordano i ritratti di Van Eyck e dall’altra rappresentano in pieno un esempio di uso eccezionale delle tecniche di ritocco e post-produzione degne di un grande artista qual è – sono immagini fantasticamente surreali, permeate di un’incredibile ironia (…della sorte, mi vien da dire) e rappresentano una perfetta trasposizione di noi stessi nel cibo che portiamo in tavola (e qua torniamo al discorso di prima).
Cinque immagini. Cinque ritratti. Cinque persone, in cinque tavole diverse, con cinque pesci diversi, o meglio, uguali a loro.
Ted Sabarese è un fotografo pubblicitario americano residente a N.Y. Dotato di abbondante ironia, notevole talento e tecnica, realizza immagini per le campagne delle maggiori multinazionali, come Gilette Intl., Ikea, Johnson & Johnson, Microsoft, Nike e molte molte altre. Il suo lavoro è visibile qui: www.tedsabarese.com
Tutte le immagini sono di proprietà dell’autore ©Ted Sabarese