Cos’ha un coffee table book che gli altri non hanno? Generalmente è un libro di buona fattura, o addirittura di lusso, con la copertina rigida, fatto per essere appoggiato su un tavolino da caffè o su un tavolo dove accogliere e intrattenere gli ospiti: nasce con la funzione di offrire spunti di conversazione o di aiutare a superare eventuali momenti di noia. Ma nessuno vieta di utilizzarli per diletto personale. Proprio perché non devono essere trasportati, i coffee table books tendono ad avere grandi dimensioni e peso anche notevole; i soggetti sono in genere di non-fiction: molte illustrazioni e fotografie, poco testo.
Sembra che il moderno coffee table book sia stato inventato da David R. Brower: mentre era direttore esecutivo della fondazione ambientalista Sierra Club creò una serie di libri che combinavano immagini fotografiche e testi sulla natura in pagine abbastanza grandi da far sì che l’occhio fosse costretto a muoversi entro i confini dell’immagine senza coglierla tutta alla prima occhiata. Il primo della serie, Questa è la Terra Americana, con fotografie di Ansel Adams e altri più i testi di Nancy Newhall, fu pubblicato nel 1960; composta da venti titoli la serie divenne nota come la collana “Formato Esposizione”.
Il concetto di un libro destinato essenzialmente a far bella mostra di sé appare però molto tempo prima: Michel de Montaigne nel saggio Su alcuni versi di Virgilio, pubblicato per la prima volta nel 1580, lamentava un uso dei suoi libri a mo’ di soprammobili da mettere vicino alla finestra del salotto; il concetto viene ripreso quasi due secoli dopo da Laurence Sterne nel romanzo comico La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo in modo più scanzonato.
I coffee table books sono stati usati anche a scopo di propaganda politica e sono ben presenti in molte aree della cultura popolare, soprattutto anglosassone (vedi un esempio qui). Possono essere anche veri e propri pezzi d’arte, realizzati con particolare creatività e cura, preziose e originali idee da collezione o da regalo. E forse il futuro del libro è proprio qui: gli ebook potranno sostituire i tascabili, i saggi e i testi di studio, ma non certo questi oggetti di “artigianato” destinati a tenere alto il valore del libro inteso nel suo senso più nobile.