“La realtà è in continuo cambiamento ed è sempre un passo avanti a noi. Quello che fatica a mutare e a cambiare è il nostro sguardo su di lei, la nostra capacità di interpretarla e di agire di conseguenza. La fotografia, però, può aiutare il nostro sguardo a cogliere ciò che normalmente non vediamo”. Sono le parole del sindaco di Reggio Emilia, che quest’anno voglio utilizzare per introdurvi a quello che negli anni è diventato uno degli appuntamenti più importanti a livello nazionale e internazionale legato alle “visioni” della fotografia: Fotografia Europea.
Giunta all’ottava edizione comincia a dare i numeri… e che numeri; quest’anno si è aperta con un’interessante proposta di offerte. Tra proposte istituzionali, circuito Off, percorsi trasversali, eventi collaterali e la proposta on-line siamo a 390 mostre. Anche le collaborazioni internazionali quest’anno sono di notevole livello: la più interessante sicuramente è quella che nasce come nuova iniziativa satellite del Festival, caratterizzata da una partnership produttiva con un’agenzia di livello internazionale e che ha previsto una serie di attività durante le giornate inaugurali. L’iniziativa si chiama HOST e l’agenzia è VII Photo Agency.
Il tema scelto per l’edizione in corso è quello del cambiamento; il tema principale è stato poi scomposto in quattro parole chiave, che a loro volta hanno generato quattro percorsi interpretativi ben distinti: straniamento, fiducia, sorpresa e visione.
Straniamento: cambiare l’immagine, cambiare lo sguardo che osserva l’immagine, trasfigurarlo nel cercare sempre altro aldilà di ciò che si vede, rallentarlo rispetto alla rapidità dell’istante a cui siamo abituati dai “bombardamenti” mediatici.
Fiducia: cambiare sé stessi in funzione dei continui e repentini cambiamenti dell’ambiente circostante, per non ridurre la nostra esistenza solo a un banale adattamento senza la reale capacità di comprendere e vivere attivamente il cambiamento. Ricominciare quindi ritrovando la fiducia in noi, nel prossimo e verso le immagini; le immagini quindi come interpretazione positiva del cambiamento.
Sorpresa: cambiare il mondo attraverso lo sguardo di chi riesce, prima di altri, a riconoscerlo: nelle aspettative, nelle novità, nell’entusiasmo a condividerne la meraviglia.
Visione: cambiare il modo di vedere, non tanto come proiezione/previsione di uno scenario immaginario futuro, quanto come capacità progettuale utile a cambiare concretamente le nostre modalità di approccio; sfruttando quindi una caratteristica inalienabile della fotografia e cioè l’idea d’immagine che vede il mondo diversamente da come lo cogliamo con i nostri occhi.
Se non l’avete ancora fatto, stavolta merita una gita… ne vedrete delle belle!