Tutto cominciò nel Chiostrino dei Voti dell’Annunziata, a Firenze. Lì, tra il 1513 e il 1514, a due pittori appena ventenni fu assegnata la realizzazione di due affreschi: a Pontormo la Visitazione, a Rosso Fiorentino l’Assunzione. La mostra “Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della “maniera” si apre proprio con questi due dipinti, per proseguire in un percorso cronologico al quale si intersecano alcune sezioni tematiche dedicate al disegno, alla ritrattistica e agli aneliti religiosi degli artisti, che accosta le ottanta opere – non solo dipinti, ma anche arazzi e incisioni, disegni e tavole dei maestri Andrea del Sarto e Fra’ Bartolomeo – in un continuum di rimandi tra due voci autonome che si sono espresse all’interno di complesse dinamiche politiche e sociali che caratterizzano la Firenze del Cinquecento. Firenze, proprio la città dove è nata la “maniera moderna”, secondo la definizione di Giorgio Vasari, lo stile che ha dato vita a tanti dibattiti tra storici dell’arte, oggi superati grazie a questa esposizione che, come affermano i curatori, consente di rileggere le opere dei due pittori con “occhi liberi”.
Giovan Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino, e Jacopo Carucci, detto il Pontormo, nacquero nello stesso anno, il 1494, a pochi chilometri di distanza, e si formarono dagli stessi maestri fiorentini, Andrea del Sarto in primis. “Gemelli diversi”, li hanno definiti, ma in realtà sono due artisti di puro genio che hanno sviluppato, a partire da una definitiva scelta di campo compiuta nel 1517, un diverso modo di osservare il mondo e di ritrarlo per via di pennello. Ma anche una differente vita, se è vero che Pontormo fu uno degli artisti preferiti dai Medici, che non si allontanò mai da Firenze, che alla fine della sua vita fu ritenuto eretico, mentre Rosso Fiorentino fu preferito dalle famiglie aristocratiche vicine all’ispirazione repubblicana, viaggiò continuamente in Italia fino a spingersi a Fontainebleau, fu adepto della magia e studioso di cabala. Stilisticamente, invece, il primo si aprì subito alla varietà linguistica e al rinnovamento degli schemi compositivi della tradizione, prediligendo un’impostazione naturalista, mentre il secondo rimase sempre legatissimo al passato e vicino in particolare a Michelangelo.
La mostra di Palazzo Strozzi, dove ci si può incantare di fronte a opere celeberrime, non scaturisce come tante altre da un’occasione celebrativa, da un anniversario, ma risponde all’esigenza di fare il punto, dopo la grande esposizione su Pontormo del 1956, su due capisaldi della pittura italiana: uno studio prima di tutto critico, che analizza a fondo le vicende storiche e le opere d’arte per fornire una innovativa prospettiva in cui inquadrare Pontormo e Rosso Fiorentino, entrambi facenti parte della “Maniera”, ma “divergendo” appunto sulle strade con cui la percorsero.
Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della “maniera”
Palazzo Strozzi , Firenze
8 marzo-20 luglio 2014
A cura di Antonio Natali e Carlo Falciani
Info: +39 055 2645155