Sipario alzato su Biennale Architettura, la Biennale dell’anti-star Rem Koolhaas, e come da copione si scatenano i pareri: entusiasti e critici, adulatori e sarcastici, architetti e giornalisti danno la loro opinione sulla linea curatoriale dell’architetto olandese.
Di certo l’edizione di quest’anno porta con sé una rottura rispetto alle precedenti rassegne: il Presidente Paolo Baratta sottolinea l’elemento della “ricerca”, mentre il curatore sembra aver scelto una sorta di “ritorno all’ordine”, ai Fundamentals (questo il titolo) dell’architettura, bandendo ogni spettacolarizzazione e integrando la Biennale Architettura con le sorelle Danza, Musica, Teatro e Cinema. Un esperimento nuovo che si svolge senza soluzione di continuità lungo gli immensi spazi delle Corderie dell’Arsenale – accompagnati dal nastro dell’antica mappa italica, la Tabula Peutingeriana – dove 41 ricerche singole, affiancate appunto a performance di danza e a un’ottantina di proiezioni di film, compongono il mosaico di Monditalia che ha l’intenzione di ripercorrere la Penisola da sud a nord mettendone in risalto complessità e contraddizioni. Il ritratto che si delinea è stratificato, in vari punti caotico per il sovrapporsi di troppi stimoli audio e visual, e concede poco al godimento estetico che solitamente ci si aspetta visitando le mostre di Biennale.
Ancora più contestata dai media la sezione Elements of Architecture, allestita presso il Padiglione Centrale dei Giardini: Koolhaas torna davvero agli elementi fondanti dell’architettura, tra balconi e infissi, porte e soffitti, maniglie e toilet in un’analisi “al microscopio” di tutto quello che compone la scienza delle costruzioni dalle origini a oggi. Per la prima volta il curatore ha inoltre assegnato un unico tema a tutti i padiglioni nazionali partecipanti a Biennale: i 65 paesi sono stati invitati a trattare il tema Absorbing Modernity: 1914-2014, a riflettere sul significato della “modernità” in ciascun contesto e sulla sua collocazione nel corso di un secolo che ha appiattito globalmente, in tutto il mondo, le peculiarità nazionali.
E i Leoni? Quello d’oro se lo è aggiudicato la Corea, con il progetto Crow’s Eye View: The Korean Peninsula, premiato per la capacità di presentare una sinergia – in un’area delicata – tra architettura e urbanistica, guardando alla situazione geopolitica attuale. Un premio politically correct, si è scritto… Tra tutte le esposizioni, naturalmente, c’è anche il Padiglione Italia (Innesti/Grafting), curato da Cino Zucchi e articolato in quattro sezioni. La prima risponde all’appello di Koolhaas e mette a fuoco, in una mostra dal carattere “storico” efficace, le vicende architettoniche e urbanistiche di Milano negli ultimi cent’anni, concludendo il percorso con l’apertura verso Expo 2015. Un laboratorio ambientale. Un breve passaggio tra gli Ambienti taglia e incolla porta al Un paesaggio contemporaneo e all’architettura di eccellenza che in esso si colloca con attenzione e cura. Infine Paesaggi abitati, un’installazione video realizzata da diversi autori attraverso una open call pubblica che mostra il “rapporto tra gli spazi collettivi e la vita che li percorre, vi si adatta, li trasforma e li abbandona”.
Fundamentals. Biennale Architettura 2014
Fino al 23 novembre 2014
Venezia, sedi varie
aav@labiennale.org