Sottili e leggere, le opere di Laura Cadelo Bertrand oltrepassano il confine tra il jewel design e la scultura. Sono arte da indossare, ma anche vere e proprie creazioni tridimensionali o “da parete”, come le Crudités: una serie di lastre metalliche su cui campeggiano insetti trafitti da spilli in un’elegante sublimazione di una scena macabra – lo testimoniano le gocce di sangue – che gioca sui temi delle mode alimentari e delle antiche abitudini collezionistiche.
Laura lavora il metallo con tecniche tradizionali, usando prevalentemente il laminatoio manuale, il seghetto da traforo, il martello e l’incudine, ma inserisce talvolta anche elementi di ricamo e uncinetto applicato. I materiali sono quelli poveri (rame, ottone, alluminio) con qualche sporadica comparsa di pietre colorate più o meno preziose per dare un tocco di luce e di splendore, ma con discrezione.
Impossibile discostare il lavoro manuale dal vissuto dell’artista, che è ballerina, mimo, pittrice e scenografa, oltre che figlia d’arte: attraverso esperienze ricche di stimoli, Laura Cadelo ha cominciato a produrre oggetti che si legano al movimento dei corpi e che “partono sempre tutti da una visione e un concetto teatrale. Sono quasi mini-performance”. E proprio per questo sono evocativi di atmosfere, personaggi, storie, sentimenti, parole e gesti, parafrasando sempre le parole dell’artista. Orecchini e spille, collane e anelli sono pezzi unici scaturiti da una fantasia su cui si innesta una forte componente di infanzia, di gioco, di profonda sintonia con la natura che le fornisce gran parte dei soggetti, siano essi reali come foglie e insetti, o immaginari, come la fenice.
Ma gli oggetti acquistano un senso soprattutto se associati ai loro titoli, che combinano ironia e cultura classica: Dialogo solitario è una collana che, come pendenti, ha due piccole sedie vuote, Tempo presente è un omino che si arrampica faticosamente su una scala a pioli instabile, Scilla e Cariddi un collier con l’imbarcazione di Ulisse, Primo soccorso la spilla alla quale si appendono tre posate in miniatura, Sempre più in alto l’anello con un personaggio fatto di perle che sfida il cielo da un’altalena.
Il suo atelier è un negozietto dove si affollano sottili grovigli di fili metallici, scintillano luminose le pietre, si specchiano i riflessi sulle lastre di metallo. Spesso sono ospiti le splendide fotografie dell’amico Carlo Vannini, e vi si incontrano artisti e personaggi dello spettacolo: niente a che vedere con una gioielleria, tanto che al di fuori di questo spazio le piccole e grandi creature metalliche di Laura Cadelo s’incrociano di frequente nei musei e nei luoghi dedicati all’arte contemporanea.