Descrizione
«Chi si preoccupa dello stato attuale della poesia e chi è deluso da una certa uniformità della produzione poetica, anche se di talento, deve prendere in mano i libri di versi di Vadim Terëchin.
Non è facile leggerli fino in fondo e non è facile toglierseli dalla testa dopo la lettura. Sono libri che domandano di essere ripresi in mano. Perché sono stati realizzati non soltanto da un maestro, ma da un maestro che sa maneggiare virtuosamente un materiale vario. Aggiungete poi un intelletto eccezionale. È un grande successo quando tra centinaia di versi non se ne trova neanche uno inutile. Tutti i versi di Vadim sono espressi nella maniera cruda dell’alta poesia intellettuale, anche se nelle parole il lettore cerca prima di tutto i sentimenti.
Ma Vadim Terëchin dà ai pensieri una formatanto chiara che, seguendo questo processo, si comincia a vedere come il pensiero stesso diventa poesia. Terëchin non si dichiara mai ad alta voce un poeta. “Non siamo poeti, non siamo profeti, non siamo arbitri, non siamo giudici. Siamo semplicemente persone che scrivono”. Ma la sua anima “ne ha vergognosamente abbastanza dell’affinità e della vicinanza con il cielo”. In particolare, lui stesso si stupisce: perché il suo “semplice io” si emoziona per tutto il creato?”. Ma il suo compito lo rivela al lettore con franchezza: “Portare diligentemente dalle tenebre alla luce la metà mancante del mondo”. E lui ci riesce brillantemente. Il poeta afferma: “Il tempo tratteggia il mio aspetto e il mio stile, ma con miglioramenti occasionali”. Quando ho sentito per la prima volta Vadim leggere i suoi versi, è diventato immediatamente chiaro: i miglioramenti erano tutt’altro che occasionali.
E quando scrive: “Io sono solo. Io sono uno di quegli incompiuti, smorfiosi di strada che compongono alla luce del lampione” io ho subito voglia di citare i suoi stessi versi: “i bambini nella rete della porta, fremevano come pesciolini…”. Chi scrive “alla luce del lampione” non riuscirebbe mai a scrivere questi versi! La desolazione e le tenebre dominano il mondo. È come se stessimo vivendo un periodo che segue un enorme cataclisma spirituale. E Vadim scrive: “Disegniamo qualcosa perché non sia così doloroso”. E lui disegna: “Voglio spalancare le porte e dire con ardore: “Vola!”. E lui vola gravato del peso dell’inquietudine non solo per il proprio “io”. Ma sollevandosi non riesce a non sentire compassione “per i fratelli vestiti della gravità terrestre”.
In Vadim Terëchin tutto è al suo posto: all’autore riesce brillantemente il dipingere con tutti i colori che esistono nell’anima umana, ritraendo il proprio “io”, il proprio credo, servendosi della vita reale come di una tela ruvida, ricordandoci a ogni riga l’incompiutezza e la grandezza della poesia. E penso che avesse il diritto di scrivere di sé: “Contemporaneo di un genere particolare”. Per ora Vadim Terëchin, mio contemporaneo di Kaluga, “è di un genere particolare” ».
(Dalla prefazione di Vera Čiževskaja)
L’autore
Il poeta Vadim Fëdorovič Terëchin è nato il 27 gennaio 1963 nel villaggio di Pesočenskij, provincia di Suvorovskij, regione di Tula. Ha frequentato l’istituto superiore militare per ufficiali ingegneri delle truppe missilistiche M. N. Čistjakov di Kazan’ (1980-1985) e l’Istituto letterario M. Gor’kij di Mosca (1991-1996). Ha prestato servizio presso il cosmodromo di Bajkonur (1985-1990). Attualmente è viceministro, direttore per la cultura e l’arte, del Ministero della Cultura e del Turismo della regione di Kaluga. Dai primi anni Novanta ha pubblicato numerosi libri: Il tempo trasparente (Prozračnoe vremja), Kaluga, Zolotaja alleja, 1994. Il viandante deluso (Razočarovannyj strannik), Mosca, Programbank, 1997. Poesie (Stichotvorenija), Kaluga, Zolotaja alleja, 1999. Polline dorato: Versi (Pyl’ca zolotaja: Stichi), Kaluga, Grif, 2001. In mezzo alle vocali e alle consonanti: Poesie (Sredi glasnych i soglasnych: Stichotvorenija), Kaluga, Oblizdat, 2009. Del vero, dell’eterno, dell’importante (O suščem, o večnom, o gla- vnom), Kaluga, “Biblioteca per ciechi N. Ostrovskij”, 2009. I versi di Vadim (Stichi ot Vadima), Kaluga, Zolotaja alleja 2013.
Nel 1998 ha visitato insieme al premio Nobel A. I. Solženytsyn sette piccole città russe lanciando iniziative letterarie. Vadim Fëdorovič Terëchin riveste l’incarico di co-presidente dell’Unione degli scrittori di Russia ed è membro corrispondente della prestigiosa “Accademia di Pietro” per le scienze e le arti (San Pietroburgo), membro attivo dell’Accademia delle lettere russa (Mosca), consigliere statale attivo di II classe.
Ha vinto numerosi premi letterari tra cui spiccano il Premio Internazionale “Cultura imperiale” Eduard Volodin (2012), il Premio letterario russo “Beluxa” G. D. Grebenšikov (2012), il Premio del Circolo federale centrale della Federazione Russa per la letteratura e l’arte (2009), il premio onorario del Forum poetico del Bahrein (2007), il Premio letterario russo “Casa paterna” fratelli Kireevskij (2002, il premio letterario Marina Tsvetaeva (1998).
Ha organizzato e ha partecipato a importanti progetti culturali internazionali in Italia e in Francia per conto della regione di Kaluga. Ha rappresentato la Russia alle Serate di poesia “Stružskij” in Macedonia, alla Conferenza internazionale “La letteratura russa alla fine del XX secolo” in Cina (Pechino, Shanghai, Suzhou, Zhou Zhuang), Siria (Damasco, Aleppo, Homs, Hame, Tartus), Vietnam (Hanoi, Hue, Ho Chi Min). Ha creato i festival cinematografici internazionali “Cavaliere dorato” e “Cuore sincero”. È stato l’ideatore e l’organizzatore degli incontri creativi nel territorio di Kaluga con V. Rasputin, A. Proxanov, Ju. Kuznetsov, V. Kostrov, O. Šestinskij, V. Krupin, e con dele- gazioni di scrittori provenienti dalla Cina, dalla Macedonia, dalla Siria, dalla Bulgaria e dal Vietnam.
È stato organizzatore e direttore permanente delle festività letterarie annuali “Puškin”, alla villa-museo di Gončarov (Polotnjanyj Zavod), “Paustovskij” e “Tsvetaeva” nella città di Tarusa, “Fratelli Ivan Vasil’evič e Petr Vasil’evič Kire- evskij” a Kaluga, del Forum russo per giovani scrittori di Kaluga. Ha pubblicato nelle antologie di poesie XX secolo, XXI secolo, sulle riviste “Naš sovremennik”, “Avrora”, “Russkaja provintsija”, “Pod’ëm”, “Roman-Žurnal XXI vek”, “Poezija”, “Den’ i noč’”, “Jasnaja Poljana”, “Den’ poezii”, “Mednyj vsadnik”, “Gortsarar”, “Južnaja zvezda”, “Nižnij Novgorod”, “Vsemirnyj Sobor”, “Priokskie rassvety”, “Prostor”, “Baltika”, “Rodnaja Ladoga”, in riviste e giornali in Macedonia, Serbia, Cina, Emirati Arabi Uniti. È stato tradotto in cinese, inglese, macedone, arabo.
Dati tecnici
Formato cm 12 x 19,5
Copertina: 300 gr/m2 + plastica opaca
Interno: carta uso mano gr 80
Rilegato in filo refe